Microsoft, un nuovo Cybercrime Center per combattere la pirateria

Stando a quanto emerso da un recente studio commissionato da Microsoft circa il 65% degli utenti utilizzano software contraffato sui propri computer.

Il dato assume particolare rilevanza poiché, truffa a parte, ciò comporta un aumento del rischio per la sicurezza sia della postazione multimediale impiegata sia dello stesso utente.

Le applicazioni contraffate, infatti, potrebbero contenere virus o varie altre tipologie di minacce in grado di infettare il sistema operativo impiegato, di rallentare il PC o, ancora, di rubare dati sensibili.

Tenendo conto di ciò la redmondiana ha quindi deciso di unire le forze dei due team che si occupano dei crimini digitali e della pirateria informatica creando quindi un Cybercrimine Center.

Il team del neo Cybercrimine Center sarà costituito da 30 persone che opereranno direttamente nel campus Microsoft ed altre 70, invece, che verranno sparse in tutto il mondo e a cui verrà affidato il compito di combattere la cybercriminalità, la pirateria ed anche lo sfruttamento dei minori attraverso la tecnologia.

Tra i primi obiettivi dello “squadrone” di Microsoft vi è quello di limitare il più possibile la diffusione di software contraffatto, specie di Windows e di Office.

Secondo lo studio, infatti, nel 2011 un terzo del software installato sui computer era contraffatto, nel caso delle copie di Office installate dalle aziende si tratta di circa il 20% del software.

Le cifre in questione sono tuttavia destinate ad aumentare in maniera rapida e vertiginosa a causa della sempre maggiore domanda di PC nei paesi emergenti.

Basti infatti pensare lo scorso anno il team Microsoft ha acquistato 169 PC di marche famose in un negozio cinese, che su tutti i modelli è stata riscontrata la presenza di versioni pirata di Windows e che il 91% dei computer conteneva malware.

Un altro esempio è invece quello dell’azienda europea CD Cheap che vendeva online copie pirata di Windows arrivando a guadagnare circa 4 milioni di dollari al mese.

Microsoft, dopo aver tentato di far chiudere il sito web sfruttato per il commercio, ha scoperto ben 12 account mediante cui venivano effettuati i pagamenti con carte di credito.

Soltanto dopo l’intervento delle forze dell’ordine è stato possibile chiudere gli account e mettere quindi fine agli affari dell’azienda.