Quag e la privacy degli utenti
La scorsa settimana è nato Quag, il servizio che trasforma il modo di cercare informazioni rendendolo più social. L’utente cerca ciò di cui ha bisogno con Quag che a sua volta sfrutta Google o Bing per le ricerche e Quag, oltre a restituire le SERP, mette a conoscenza l’utente di quanti altri abbiano svolto una ricerca simile.
A quel punto l’utente non soddisfatto dei contenuti delle SERP può porre domande a chi ha svolto ricerche simili. Inutile dire che in rete sono sorte domande riguardo alla privacy degli utenti che usano Quag. Vediamo allora di capirci di più riguardo a questo nuovo servizio ideato e sviluppato in Italia.
Quando un utente effettua una ricerca con Quag gli viene indicato il solo numero di persone che hanno cercato informazioni riguardo un dato argomento. In nessun modo chi effettua la ricerca, quindi, può sapere il nome o il nickname o, ancora, il luogo di provenienza di chi, in precedenza, ha cercato informazioni sulla stessa cosa. Quag effettua un semplice conteggio tra tutti gli utenti che svolgono le singole ricerca e ne restituisce il risultato.
Quando un utente pone una domanda o risponde a una di quelle che sono state poste sull’argomento, lo stesso utente può comparire come utente anonimo oppure con il profilo usato per la registrazione gratuita a Quag. La scelta è sempre lasciata all’utente. Inoltre, non vi è contatto diretto tra utenti in quanto è sempre un sistema di notifiche a metterli in contatto tra loro. Il sistema riconosce l’interesse comune e via e-mail o tramite lo stream di Quag mette in comunicazione gli utenti. Non ci possono essere richieste dirette di aiuto, quindi, ma sta all’utente scegliere se intervenire in una discussione. Nessun impegno per nessuno. Si può domandare qualcosa se lo si vuole e rispondere con la stessa libertà. E quando degli argomenti sono diventati maturi, tramite il sistema di notifiche personalizzabile, non sarà inviata alcuna informazione su tali argomenti qualora l’utente lo voglia.
Inoltre, la serach history di ogni utente è privata e non analizzabile da alcuno se non dall’algoritmo SBIG (Search Based Interest Graph) di Quag che si occupa di realizzare un matching di interessi simili e mantenere il conteggio delle ricerche.
Infine, proprio gli interessi degli utenti. Se pensate che vengano memorizzati per essere rivenduti al miglior offerente, state tranquilli perché non è prevista neppure una simile possibilità.
Insomma, sembra proprio che Quag sia uno strumento non solo davvero interessante, ma anche corretto nei confronti degli utenti e dei loro interessi (nel vero senso della parola). Ad una settimana dalla nascita di questo nuovo servizio, voi cosa ne pensate?