Cosa fare se cade lo smartphone in acqua
Anche noi geek abbiamo diritto a un po’ di relax in estate. Questo vuol dire mare, piscina… e smartphone che cadono sbadatamente in acqua facendoci imprecare come nemmeno il compianto Mosconi avrebbe osato fare. A dimostrazione di ciò, abbiamo ricevuto numerose richieste d’aiuto in cui ci veniva domandato cosa fare se cade lo smartphone in acqua.
Purtroppo non c’è un rimedio funzionante al 100% per questo genere di inconvenienti, le variabili in gioco sono davvero tante. Ad ogni modo abbiamo potuto testare con successo (almeno così pare!) una procedura postata qualche mese fa da OSXDaily, si riferisce in maniera particolare all’iPhone ma può essere applicata a molti modelli di smartphone attualmente sul mercato.
La prima cosa da fare se cade lo smartphone in acqua è recuperarlo ed asciugarlo nel più breve tempo possibile. Considerazione ovvia ma fondamentale, visto che più tempo il device starà “a mollo” e meno saranno le probabilità di salvarlo.
Successivamente dovete spegnere il telefono completamente tenendo premuto il tasto Power, rimuovere eventuali cover o bumper applicate al dispositivo (in quanto intrappolano l’umidità) ed asciugare tutte le fessure presenti nello smartphone (es. il jack delle cuffie) utilizzando un cotton fioc.
Ora viene la parte più importante. Riempite una sacchetto di plastica o un contenitore con del riso (qualsiasi tipo, basta che non sia aromatizzato), immergete lo smartphone nel riso in modo da ricoprirlo interamente (come mostrato nella foto all’inizio del post), chiudete e lasciate riposare il tutto per circa 36 ore.
Trascorso questo lasso di tempo, recuperate lo smartphone dal sacchetto o dal contenitore con il riso, “ripulitelo” da tutti i chicchi facendo attenzione a non farne finire qualcuno nel jack delle cuffie o in altre fessure del device e incrociate le dita. Se tutto è filato liscio e non siete entrati in azione troppo tardi, il vostro telefono dovrebbe accendersi e funzionare correttamente.
Ripetiamo: si tratta di una procedura che non garantisce il 100% di riuscita. Dipende tutto dal tempo in cui lo smartphone è stato in acqua, dai tempi di azione e dall’entità del danno subito dalla componentistica interna del dispositivo. In ogni caso, tentar non nuoce.