Snapchat, usata per condividere contenuti pedopornografici: scoppia il caso

Vi abbiamo ormai raccontato ogni cosa riguardante la nota applicazione Snapchat che sta mandando in crisi il fondatore di Facebook. Mark Zuckerberg desidera questo titolo, lo vuole a tal punto da triplicare la sua prima offerta raggiungendo i 3 miliardi di dollari. Evan Spiegel, co-fondatore dell’app, ha rifiutato ogni proposta e si tiene il suo amato fantasmino. Avrà fatto bene o avrà compiuto l’errore più grande della sua vita? Le sue motivazioni le abbiamo spiegate in un precedente articolo, ma oggi vogliamo concentrarci sul primo grande problema che ha colpito Snapchat che, probabilmente, lo rende meno attraente agli occhi degli investitori.

Recentemente 10 adolescenti sono stati arrestati a Laval (Montreal) per aver distribuito materiale pedopornografico. Questi giovanissimi, che hanno dai 13 ai 15 anni, scattavano le foto alle proprie fidanzate (di età simile) per condividerle con altri. Con quale mezzo diffondevano le immagini? Utilizzando proprio Snapchat che, come saprete, dopo un tot di secondi elimina definitivamente il contenuto inviato.

L’applicazione funziona in modo corretto, ma purtroppo concede la possibilità all’utente di scattare un rapidissimo screenshot per catturare e salvare la foto che, in realtà, doveva scomparire per sempre. Le immagini delle giovani ragazzine si sono riversate sul web arrivando su smartphone e computer di altri.

L’applicazione, dunque, permette la condivisione incontrollata di qualsiasi tipo di contenuto che, a quanto pare, può anche essere conservato. Di conseguenza Snapchat diviene è un mezzo molto utile per spacciare fotografie illecite. Ed ecco la prima spina nel fianco dell’applicazione che macchia quasi definitivamente la sua reputazione, ma in realtà già in molti avevano individuato la scarsa sicurezza del titolo.

Dopo questo spiacevole evento, Zuckerberg sarà ancora interessato ad offrire quella strepitosa cifra?

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