Edward Snowden non si pente: “rifarei tutto” e spera nella crittografia end-to-end
Edward Snowden, la cosiddetta “talpa” del caso datagate che ha svelato al mondo le attività spionistiche della National Security Agency americana, è intervenuto al South by Southwest in collegamento video dalla Russia (dove ha trovato temporaneamente asilo, almeno fino a giugno) per parlare della sua battaglia in favore della privacy e del futuro di Internet.
Snowden ha detto che l’obiettivo dei governi e delle agenzie come la NSA è quello di “gettare fuoco” sul futuro della Rete continuando a spiare tutti, ma “noi”, gli utenti e le aziende che operano nel settore, dobbiamo vestire i panni dei “pompieri” e spegnere questo incendio.
La soluzione, secondo l’ex-collaboratore della CIA, è cifrare le comunicazioni grazie a un sistema di crittografia end-to-end in modo che la collezione di dati in massa da parte della NSA (e simili) diventi estremamente complessa.
In questo senso, servizi come Tor svolgono il loro compito in maniera eccellente ma hanno il problema di non essere immediati nel funzionamento per il grande pubblico. Di fronte a questa evidenza, Snowden ha detto che “La crittografia funziona”, pertanto non bisogna vederla come un’arte oscura ma, anzi, come una forma di "protezione contro le arti oscure”.
Sta alle grandi aziende del settore informatico impegnarsi in nome della privacy dei propri utenti e costruire sistemi che garantiscano una cifratura efficace dei dati senza risultare ostiche per l’utilizzatore medio.
L’intervento di Snowden al South by Southwest.
Alla domanda fatidica, che ognuno di noi avrebbe posto a Snowden: “lo rifaresti?”, quest’ultimo ha risposto in maniera convinta di sì confermando il suo impegno a battersi contro la raccolta di dati, spesso abusiva, da parte di governi e servizi di intelligence di vari paesi.