Polemiche per Pokèmon Go: quali servizi possono portare al ban?

A distanza di alcune ore, tocca nuovamente concentrarsi su un’app che sta facendo discutere tantissimo in queste settimane. Stiamo parlando di Pokèmon Go, visto che Niantic giorno dopo giorno sta sottolineando la necessità di escludere dal gioco tutti coloro che stanno cercando di ottenere agevolazioni pur di accumulare punti.

Ulteriori precisazioni sono giunte in queste ore proprio dal team di sviluppo, che attraverso una nota ufficiale ha voluto specificare quali sono tutte quelle piattaforme che a stretto giro rischiano di portare al ban. Facciamo dunque un recap per cercare di chiarire la situazione una volta per tutte:

“Includono (ma non sono limitati a) quei programmi che consentono di falsificare la posizione GPS, gli emulatori e software non ufficiali, di terze parti o modificati che consentono di accedere a client o backend di Pokémon Go in modo non autorizzato.

Il nostro obiettivo è quello di promuovere un’esperienza di gioco giusta, divertente ed equa. Continueremo a lavorare insieme a tutti voi per migliorare la qualità del gameplay apportando miglioramenti e perfezionando il nostro sistema anti-cheater”.

Insomma, nel corso dei prossimi giorni per forza di cose sarà necessario tenere gli occhi bene aperti se non si vuole rischiare un ban permanente da Pokèmon Go, anche perché una volta usciti sembra davvero difficile poter rientrare nelle grazie di Niantic. Non è un caso che si parli di ban permanenti, motivo per il quale appare improbabile che si possa tornare indietro.

Inutile dire che la questione coinvolge tutti, indipendentemente dal fatto che siate in possesso di uno smartphone Android o di un iPhone. Avete già toccato con mano i provvedimenti da parte di Niantic o avete deciso di giocare pulito con Pokèmon Go?