111 milioni di dollari per violazione di copyright, il tragico epilogo della vicenda TorrentSpy
Vi avevamo parlato qualche tempo fa della chiusura del torrent tracker TorrentSpy, a seguito della battaglia legale intrapresa contro la MPAA nel 2006, quando il sito era giunto all’apice del successo ed un giudice federare ordinò di rendere disponibili tutti i dati relativi alle attività dei propri utenti.
La chiusura del sito non ha comunque interrotto il corso giudiziario, anzi, ieri è stata pronunciata la sentenza ufficiale, che condanna Torrent Spy a pagare 111 milioni di dollari.
La chiusura del sito non ha comunque interrotto il corso giudiziario, anzi, ieri è stata pronunciata la sentenza ufficiale, che condanna Torrent Spy a pagare 111 milioni di dollari.
Nonostante il servizio non ospitasse fisicamente sui propri server materiale protetto da copyright, ne facilitava lo scambio tramite la sua rete. Questo per i giudici è stato abbastanza per condannare TorrentSpy al pagamenti di 30.000$ per ognuna delle 3.699 instanze di violazione di copyright presentate nel corso del processo.
Paradossalmente è andata anche bene agli admin, sicuramente i file protetti da copyright che il sito ha consentito di scaricare sono migliaia e migliaia, non 3699; la multa sarebbe quindi potuta essere molto più salata.
Come era immaginabile, la società ha dichiarato la bancarotta per l’incapacità di pagare l’intero importo.
Come era immaginabile, la società ha dichiarato la bancarotta per l’incapacità di pagare l’intero importo.
Sicuramente questa notizia farà discutere molto, e non sarebbe strano se d’ora in poi i motori di ricerca torrent si guardassero bene dal condividere o comunque dal trattare file protetti da copyright. 111 milioni di dollari sono una cifra non indifferente.
Via | Wired