Il question-time di Gordon Brown su YouTube: innovazione o fregatura?

Non so se si tratti effettivamente di una vera e propria innovazione, giudicherete voi. Il premier britannico Gordon Brown ha annunciato che si sottoporrà regolarmente a un “question time” su YouTube, rispondendo alle domande (filtrate, immaginiamo) dei cittadini. La “nuova e appassionante iniziativa” (così l’ha lui stesso commentata) fa parte di una campagna chiamata “Ask the PM” (“chiedi al Primo Ministro”) per avvicinare la politica ai cittadini.

Gordon Brown risponderà, a intervalli regolari, sul canale YouTube di Downing Street: www.youtube.com/downingst. Il premier ha annunciato che risponderà in video a tutte le domande più popolari poste, sempre in video, dai cittadini prima del 21 giugno.


“Gli uomini politici hanno la possibilità di far domande al premier al Question Time. Penso che sia ora che il pubblico abbia la stessa possibilità“, ha dichiarato. Le domande potranno essere di tutti i tipi, dagli incentivi sull’acquisto di una casa a come combattere i cambiamenti climatici, dall’insicurezza nel futuro alla ricerca di lavoro.

Di certo si tratta di una bella iniziativa per far incontrare politica e cittadini. Il problema però rimane sempre lo stesso: se un cittadino facesse una domanda scomoda al premier (non stiamo parlando di insulti, ma di una domanda correttamente posta che magari potrebbe mettere in luce una “magagna” del governo) quanto scommettiamo che Brown mai e poi mai risponderà, né la includerà tra le domande arrivate?