Introduzione al Software Libero, Ubuntu Linux come valida alternativa Windows

Sul mondo del software libero è stato detto di tutto e in questo gran parlare forse si è perso di vista il punto della situazione. Vediamo di ricapitolare cosa vuol dire software libero e perché è così importante.
Con il termine libero indichiamo il software distribuito e pensato per essere aperto alla collaborazione e gratuito, la licenza che caratterizza questi software è la GNU GPL. Dietro a questo acronimo c’è l’idea che la conoscenza è patrimonio dell’umanità, conseguentemente anche i software devono essere aperti all’utilizzo e allo sviluppo successivo da parte di chiunque.

Comunemente viene fatto l’errore di equiparare il software libero alle licenze freeware poiché per la maggior parte degli utenti finali, che non necessiteranno mai di accedere ai sorgenti, scaricare gratuitamente un programma libero o un programma freeware ha lo stesso effetto, ovvero ottenere un programma senza sborsare un euro: niente di più sbagliato!
Le licenze freeware non prevedono che i sorgenti siano liberi, nella maggioranza dei casi i software con questa licenza sono gratuiti, duplicabili e redistribuibili ma difficilmente i sorgenti sono a disposizione della comunità.

Alla base dei software liberi c’è l’obiettivo di garantire all’utente le 4 libertà:


Con questi presupposti nascono le comunità di utenti -più o meno professionali- che supportano e sviluppano software libero, un esempio ben riuscito di collaborazione è Wikipedia che con i suoi numerosissimi collaboratori porta avanti da anni un progetto utile e ben fatto. Ma non solo di software e risorse parliamo quando ci occupiamo di software libero, anche i sistemi operativi possono essere ottimi candidati a far parte del mondo libero. La giungla dei sistemi operativi open o free è fitta e confusa proprio per la sua natura libera. Decine di varianti di distribuzioni basate su Linux -e non solo- affollano i server di tutto il mondo e può essere molto difficile, in principio, districarsi in questa giungla per lanciarsi nella scelta di un’alternativa al blasonato e poco affidabile Windows.

Avvicinarsi a Ubuntu è sicuramente un ottimo punto di partenza per lanciarsi in questo mondo. Ubuntu, basato su kernel Linux, nasce nel 2004 come evoluzione del più conosciuto Debian. La forza di questo sistema operativo sta nell’usabilità, nella grande compatibilità hardware e nella vastità delle sue librerie software. Dal 2004 ad oggi la distribuzione ha subito diversi aggiornamenti e si può dire che, di fatto, sia giunta finalmente a poter competere con OS e Windows tanto che Dell -leader nell’hardware a livello professionale- dallo scorso anno ha introdotto Ubuntu come sistema operativo precaricato su alcuni PC.

Perché lasciare la strada vecchia per la nuova? Questa è la domanda che tutti ci siamo fatti prima di cambiare sistema operativo! Beh, vi elencherò 10 pessime abitudini del vostro sistema operativo che dimenticherete passando a una distribuzione Ubuntu:

Queste 10 piccole cose, che concorrono all’usabilità e alla sana gestione del nostro computer, sono spesso fonte di stress per coloro che siano costretti a lavorare ogni giorno con i sistemi Windows. Ubuntu, in definitiva, può essere un’ottima alternativa ai sistemi operativi tradizionali perché unisce alla giusta filosofia un sistema di sviluppo intelligente improntato sulla funzionalità e sugli utenti, il profitto non fa parte -almeno per ora- dell’equazione. Una forte comunità di sviluppatori, con alle spalle una solida società come Canonical Ltd, garantisce la qualità e la freschezza del prodotto finale rendendo gli utenti finalmente liberi di utilizzare il proprio sistema operativo in le sue potenzialità.
…e se non bastasse c’è il cubo di Compiz che dà grandi soddisfazioni!