Berlusconi propone la regolamentazione di Internet. Che ne pensate?

«A gennaio l’Italia presiederà il G8, ed in quell’occasione avanzeremo una proposta di regolamentazione di Internet». E’ con queste parole che Silvio Berlusconi, il nostro Presidente del Consiglio, illustra il suo ideale programma per il prossimo anno concernente la grande rete.

Certo, non ci sono ancora carte ufficiali o idee ben chiare su quello che il governo italiano intende fare, ma la questione prima o poi si affronterà, è sicuro. Ad ogni modo, le prime voci di corridoio parlano di un progetto teso a combattere il tanto vituperato peer to peer (tanto per cambiare, ci permettiamo di aggiungere), sulla scia di quanto vorrebbe fare anche il Presidente francese Nicolas Sarkozy, intenzionato a costituire una vera e propria Authority di regolazione per le telecomunicazioni, a cui attribuire il potere di monitorare il traffico sulla grande rete e tagliare” la linea agli scaricatori recidivi di materiale protetto da copyright.


A contrapporsi, almeno apparentemente, al pensiero “berluskoziano” c’è il Presidente eletto degli USA, Barack Obama, che in un suo recente discorso alla nazione ha definito “inaccettabile che gli Stati Uniti siano solo al 15° posto per quanto riguarda l’adozione della banda larga” ed ha annunciato la sua intenzione di accrescere le possibilità di ingresso in Internet per tutti, in modo che “ogni bambino possa connettersi online“.

Queste parole lasciano, inevitabilmente, stampati sul volto di tutti noi geek del belpaese dei sorrisi amari, molto amari. Risale, infatti, all’inizio di Dicembre la pubblicazione di alcuni dati di Eurostat (l’agenzia statistica comunitaria), secondo cui in Italia l’utilizzo di Internet nel 2008 è calato dell’1% rispetto all’anno precedente. Un caso unico in Europa, che porta il nostro Paese davanti solo alla Bulgaria (25%) ed alla Romania (30%), con appena il 42% delle famiglie impegnate a gironzolare per il web.

Da sottolineare sono poi i (vergognosi) dati relativi alla diffusione della banda larga in Italia, che è presente solo nel 31% delle famiglie, contro il 48% della media europea (in crescita rispetto al 25% registrato nel 2007, ma sempre troppo poco).

Insomma, c’è davvero molto su cui lavorare, ma con le posizioni discordanti assunte da vari componenti del nostro governo non c’è da aspettarsi una soluzione a stretto giro. Basti pensare alle parole del Ministro degli interni, Roberto Maroni, secondo il quale «Non è un reato scaricare musica da Internet» e «non si può pensare di mettere tutti gli scaricatori in carcere». Opinioni provenienti da una persona che ha ammesso di aver effettuato il download di materiale coperto da diritto d’autore, e che sono abbastanza discordanti con il pensiero “berluskoziano” a cui facevamo prima riferimento.

Ed i fenomeni Facebook e YouTube, vanno “regolamentati” anche loro a livello globale? Chissà, intanto va rilevato l’ottimo debutto del canale video in cui è protagonista contestato Ministro dell’istruzione, Mariastella Gelmini, che è riuscita a totalizzare – al momento in cui scriviamo – ben 372.817 visite e 12.084 commenti (non sappiamo se e come vengano moderati, ma ci sono anche quelli negativi… per usare un eufemismo!) con soli due video, di cui uno di presentazione. Roba da far impallidire Lonelygirl15 ed il gatto pianista!

A questo punto, non ci rimane che lasciare la parola a voi. E’ giusto regolamentare Internet e “tagliare” la rete a chi scarica materiale protetto da copyright?

Diteci la vostra!

Fonti utilizzate: La Stampa (uno e due) | TGCom | Il Giornale