Cultura geek: la nascita dei 9 termini più utilizzati del Web

Tra sigle, neologismi e singolari abbreviazioni, il mondo del Web sforna ogni giorno una quantità enorme di nuove parole. Vocaboli che, spesso, tutti noi apprendiamo in maniera estremamente celere ma adoperiamo con una certa nonchalance ignorando quasi del tutto il loro significato.

Ecco perché, oggi, ci siamo divertiti a mettere insieme 9 dei “termini geek” più famosi al mondo e analizzare in dettaglio la loro origine. Sperando di avervi fatto cosa gradita, vi auguriamo una serena lettura.

Cloud: termine sempre più diffuso divenuto presto sinonimo di servizi online. Deriva dalla dicitura “cloud outline” utilizzata nei diagrammi di rete, nonché dal termine “cloud” utilizzato qualche anno fa come “soprannome” delle grandi reti ATM.

Cloud computing: come molti di voi ben sapranno, sta ad indicare l’insieme di quelle tecnologie che consentono l’utilizzo di risorse distribuite per lo storage e l’elaborazione dei dati. E’ stato “reso noto” nel 2006 dall’amministratore delegato di “Google“, Eric Schmidt, con il fine di illustrare i servizi Web offerti dalla sua azienda, nel corso di una conferenza. L’origine esatta del termine non è nota, ma nel 1997 l’azienda “NetCentric” tentò di registrarlo, senza successo.


Web 2.0: cosa stia ad indicare questo termine è decisamente superfluo indicarlo, anche perché non ve n’è una definizione precisa. E’ nato dalle menti di Dale Dougherty (co-fondatore di O’Reilly Media) e Craig Cline (direttore editoriale di Seybold Publications), ma divenuto famoso solo dopo la “O’Reilly Media Web 2.0 conference” del 2004.

Blogger: nel lontano 1997, Jorn Barger coniò il termine “blog” quale forma abbreviata di “weblog” (scritto scherzosamente “we blog” nella sidebar del suo sito Internet, nel 1999) per descrivere il suo diario on-line. Poco prima dell’avvento del nuovo millennio, Evan Williams, fondatore di Pyra Labs, coniò il termine “blogger” per descrivere coloro che scrivono sui “blog“.

Crowdsourcing: non popolare quanto altre parole, questo neologismo (ottenuto combinando i termini “crowd“, folla, ed “outsourcing“, esternalizzazione di fasi del processo produttivo delle aziende) sta ad indicare un modello di business nel quale un’azienda o un’istituzione richiede lo sviluppo di un progetto, di un servizio o di un prodotto ad un insieme distribuito di persone non già organizzate in un team, attraverso la grande rete. Il termine è stato coniato nel 2006 da Jeff Howe in un articolo su “Wired magazine“.

The Long Tail (coda lunga): coniato nel 2004 da Chris Anderson, in un articolo pubblicato da “Wired Magazine“, questo termine sta ad indicare alcuni modelli economici/commerciali, quali quelli adottati da “Amazon“o “Netflix“.

Phishing: come noto, è il termine che sta ad indicare l’attività truffaldina tesa a rubare i dati sensibili degli utenti (numeri di carte di credito, dati bancari, ecc.) mediante l’utilizzo di cosiddette “esche”, ossia finte pagine Web di istituti bancari o enti rinomati (ad es: finto sito delle Poste Italiane) pressoché identiche a quelle originali. La parola “phishing” è divenuta celebre nell’accezione odierna a partire dal 1996, quando fu utilizzata in un newsgroup Usenet denominato “alt.online-service.America-online“.

SaaS (software as a service): termine che indica un modello di distribuzione del software in cui sviluppo ed operatività sono messe a disposizione del cliente, da parte di una software house, via internet. Il termine è stato utilizzato per la prima volta nel documento “Strategic Backgrounder: Software as a Service” pubblicato nel 2001 dalla “Software & Information Industry’s eBusiness Division“, ma scritto nel 2000.

Wiki: anche questo termine ha poco bisogno di presentazioni. E’ nato nel 1994, quando il programmatore americano Howard G. Cunningham sviluppò un software chiamato “WikiWikiWeb“. Il significato letterale della parola “wiki” è “veloce“, in lingua hawaiana.

Seguiranno altre “puntate”? Chissà.

Via | Royal Pingdom | Wikipedia