Google e Microsoft separate alla nascita?

Una società giovane, fondata partendo da zero, che ha rivoluzionato il mondo dell’informatica grazie alle sue soluzioni innovative. Date questa definizione in mano ad una qualsiasi persona fermata per strada e, senza batter ciglio, questa vi rispenderà: “Google“. Prendete una macchina del tempo (fatto?), fate lo stesso identikit ad una persona degli anni 80 e questa vi risponderà, in maniera altrettanto spontanea, con il nome “Microsoft“.

Oggi, agli occhi dell’opinione pubblica, Mountain View e Redmond sembrano due mondi completamente opposti: uno giovane, bello e con la chiave per il futuro tra le mani. L’altro appesantito, con un piede nel passato e disposto a tutto per mantenere intatti i propri interessi. Ma le cose stanno veramente così?

È proprio questa la domanda che, dopo l’annuncio di Google Chrome OS, si sono posti gli editorialisti di Computer World. Insomma, è vero, adesso Microsoft rappresenta la società “monopolista cattiva” che con Windows, Internet Explorer ed Office domina, forse ingiustamente, il mercato mondiale. Ma prima? All’inizio non era anch’essa un’azienda giovane e di belle speranze contro i tanti colossi del settore?


IBM (computer), WordPerfect (word processor), Lotus (fogli di calcolo) e Netscape (browser), infatti, sono solo alcuni dei grandi nomi contro i quali lo zio Bill e i suoi “compari” dovettero lottare per espandere il loro business e diventare quelli che sono ora.

E “big G”, non sembra adottare proprio lo stesso atteggiamento di Microsoft? Ha iniziato come “semplice” motore di ricerca, poi sono arrivati i servizi on-line, l’acquisizione di YouTube, il browser Chrome e adesso, come mazzata finale (o iniziale, chi può dirlo) il tanto chiacchierato Google Chrome OS.

Non c’è che dire, le due strade sembrano correre parallele ma ci sono alcuni “dettagli” che ci preme sottolineare. Innanzitutto non bisogna sottovalutare il fatto che Google offre la maggior parte dei suoi prodotti a costo zero, in cambio di qualche pubblicità e di un bel po’ di privacy degli utenti, rispetta gli standard invece di stravolgerli a proprio favore come ha fatto il gruppo di Redmond e, soprattutto, non impone i suoi prodotti all’utente finale.

Delle differenze tra le due big del settore informatico, quindi, ci sono ma la loro essenza è più morale che pratica. Se il nuovo sistema operativo “made in Mountain View” raggiungerà davvero il successo di cui si chiacchiera da giorni ci ritroveremo infatti a navigare su Internet, ricercare informazioni, redigere documenti, gestire le e-mail, parlare al cellulare e conservare i dati mediante prodotti di una medesima azienda.

Allora, avremo a che fare con una nuova monopolista? Forse sì, ma solo grazie a meriti sul campo e non ad imposizioni dall’alto. Sarebbe una miserrima consolazione ma sempre meglio di nulla, giusto?

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