Linux e il trojan che non ti aspetti

Linux è un sistema sicuro, molto sicuro, ma non invulnerabile. Se qualcuno non se ne fosse ancora accorto, ecco arrivare una storia abbastanza illuminante sulla questione.

Sono le ore 9:17 am del 12 giugno 2010 e sul forum di UnrealIRCd, piattaforma IRC abbastanza nota e utilizzata, compare il seguente messaggio: “Abbiamo scoperto che il file Unreal3.2.8.1.tar.gz presente nei nostri mirror è stato sostituito con una versione non autorizzata contenente una backdoor (trojan). Gelo. Panico. Paranoia.

Il trojan, presente solo nella versione di UnrealIRCd per Linux pubblicata a novembre 2009 (la 3.2.8.1.), permetterebbe ai malintenzionati di lanciare qualsiasi tipo di comando sui sistemi infetti. Ma per fortuna degli utenti che avessero installato il software “incriminato” sulla loro Linux box, questo non sembra in grado di ottenere autonomamente i privilegi da amministratore.

Morale della favola? Usare Linux è diventato “periglioso” come usare Windows? Tutti gli amici di Tux dovranno munirsi di antivirus il più presto possibile? No. Molto più semplicemente, ci sarebbe bisogno che tutti quegli utenti Linux convinti dell’invulnerabilità del loro OS scendessero dal piedistallo su cui si sono accomodati frettolosamente.


Al contempo, i programmatori di software disponibili per il sistema del pinguino dovrebbero fare molta più attenzione a cosa risiede sui loro server, non considerare il controllo dell’integrità dei file una prassi fastidiosa che non serve a nessuno. Insomma, se quelli di UnrealIRCd avessero dato una sbirciatina al loro software a dicembre o a gennaio, invece che a giugno, chissà quanti sistemi infetti ci saremmo risparmiati.

Stiamo chiedendo troppo, lo sappiamo. Ma finché non ci sarà questa presa di coscienza collettiva, che riguarda anche il mondo Apple, i sistemi alternativi a Windows non potranno mai fare quel salto di popolarità auspicato da più parti. È vero, non sono tutti sulla stessa barca, ma nello stesso mare sì. E lì, si sa, è pieno di squali pronti a sfamarsi con la prima preda gli passi sotto il naso.

[Via | PC World – Photo Credits | quinn.anya]