Oracle cita Google per violazione dei brevetti Java: una vittoria per Microsoft?
Se anche in questi roventi dì estivi non avete mancato di seguire le cronache provenienti dal mondo informatico, sarete sicuramente a conoscenza del fatto che Oracle, l’azienda che all’inizio dell’anno ha acquisito Sun e tutti i suoi prodotti di punta (OpenOffice, MySQL, ecc.), ha citato in giudizio Google per una presunta violazione di brevetti riguardanti il software Java integrato in Android.
Il gigante dei motori di ricerca, dal canto suo, ha già fatto sapere che la causa non ha alcuna ragion d’essere in quanto Android non usa Java bensì una tecnologia compatibile denominata Dalvik, ma la cosa andrà sicuramente per le lunghe. E in tutto questo marasma, potrebbe esserci qualcuno pronto a godere alle spalle dei due duellanti. Chi? Ma ovviamente lei, mamma Microsoft!
Secondo un articolo pubblicato recentemente da Preston Gralla su Computer World, il colosso di Redmond potrebbe approfittare di questa strana situazione per portare un bel po’ di acqua al suo mulino. Un mulino che è praticamente a secco per quanto riguarda il settore mobile: nel giro di un anno, Android è passato da una quota di mercato dell’1.8% all’attuale 17.2%, mentre Windows Mobile è rimasto al palo con un misero 5% di diffusione.
Numeri che non lasciano adito a troppi ragionamenti. Microsoft deve darsi una svegliata e fare tutto il possibile affinché Windows Phone 7, il suo imminente sistema operativo per smartphone, non faccia fiasco come i suoi poco illustri predecessori. E per riuscire nell’intento potrebbe approfittare proprio della querelle Oracle-Google.
Con una causa per violazione di brevetti che gli pende sulla testa, Android è diventato molto meno appetito dai costruttori di OEM (ossia i vari HTC, Samsung, Motorola, ecc.), che quindi potrebbero scegliere di evitare guai e abbandonare momentaneamente il robottino di Google a favore del giovane virgulto Windows Phone 7, che a quel punto avrebbe un’impareggiabile opportunità per colmare il gap con Android e gli altri OS del mondo mobile.
Gralla azzarda poi che la causa di Oracle potrebbe avere ripercussioni pro-Microsoft anche in ambiente desktop. Attaccando uno degli attuali orgogli della comunità open source, Android, Oracle potrebbe infatti indispettire molti utenti che – paradossale ma plausibile – potrebbero decidere di non usare più OpenOffice, MySQL ma le loro contropartite commerciali Microsoft.
Fantascienza? Horror? A voi la risposta.