Apple è il pericolo numero uno per la libertà di Internet, parola di Tim Wu

Tim Wu, il professore della Columbia Law School noto per aver reso popolare il concetto di net neutrality, ha rilasciato una lunga intervista al New York Times in cui – presentando il suo nuovo libro “The Master Switch: The Rise and Fall of Information Empires” – ha parlato di tutte quelle grandi aziende che oggi metterebbero a rischio la libertà della Rete. La più pericolosa di tutte? Apple.

Per l’accademico americano, Steve Jobs e il suo gruppo sono destinati a soffrire della malattia che colpisce tutti i monopolisti del mondo capitalista: “La maggior parte dei monopolisti crea un’era dell’oro che dura per dieci anni o più, ma poi – avverte Wu – cominciano ad essere interessati a una sola cosa: il potere”.

Per fare un esempio pratico di questo paradigma, il professore della Columbia Law School ha parlato di AT&T che “diventò pericolosa quando cominciò a sopprimere le tecnologie che potevano intralciare i suoi interessi”.


Cosa c’entra tutto questo con Apple è presto detto: nel mondo dei computer, come tutti noi ben sappiamo, è Windows (ossia Microsoft) a dominare il mercato, ma in settori come quelli della telefonia mobile e dei tablet sono due prodotti della mela a farla da padrone: iPhone e iPad.

Questo significa che, secondo la visione di Tim Wu, il colosso di Cupertino possiede tutte le carte in regola per diventare un monopolista e che il suo leader, Steve Jobs, finirà col fare “come quegli uomini politici che iniziano come grandi riformatori ma poi, al termine della loro carriera, diventano paranoici e finiscono con l’abusare del loro potere”.

Entrando più nel dettaglio, il promotore della neutralità della rete ritiene che “Steve Jobs ha il carisma, la visione e l’istinto di ogni grande imperatore dell’informazione. L’uomo che ha agevolato la creazione dei primi personal computer, 40 anni fa, è uno dei maggiori candidati ad agevolare il loro sterminio. La sua visione – spiega Wu – ha un fascino indiscutibile, ma prevede troppo controllo.

E questa eccessiva “fame” di controllo, sempre secondo l’accademico di origini asiatiche, permarrà in Apple anche dopo il non ancora programmato ma inevitabile passaggio di testimone del suo CEO.

Che dire? Anche noi non abbiamo lesinato critiche ad Apple, il suo modo di agire in certe situazioni, e il suo ormai famosissimo giardino recintato ma qui, forse, c’è un po’ troppa paranoia… oltre che un libro nuovo di zecca da vendere per Natale.

Voi che ne pensate?

[Via | Computer World – Photo Credits | Erik Pitti]