Valore mediatico: Microsoft sale, Apple scende


Apple vale più di Microsoft in borsa ma sta perdendo parte del suo appeal sui media. Questo è il verdetto dato dalla società di ricerca newyorchese General Sentiment, che nel suo ultimo rapporto dedicato al “valore mediatico” delle multinazionali -ossia a quanto si parla di un determinato brand su Internet – nell’ultimo trimestre del 2010 ha registrato una netta crescita di Microsoft, che balza al terzo posto della graduatoria, e una discesa di Apple, che però continua a dominare la classifica da tre trimestri consecutivi.

Nella graduatoria di General Sentiment, il successo delle varie aziende viene conteggiato in base al valore economico del buzz mediatico che queste ultime sono state in grado di generare, ossia da quanto le stesse avrebbero dovuto pagare per ottenere un simile rilievo su Internet. I fattori tenuti in considerazione per valutare la “presenza” dei marchi in Rete sono stati i siti di informazione, i social network e Twitter (chissà perché valutato a parte).


Tenendo conto di tale metro di giudizio, alla fine del 2010 Microsoft ha realizzato un buzz mediatico pari a 702.549$ così ripartito: 197.268$ dai siti d’informazione, 41.353$ da Twitter e 463.928$ dai social network, che sono dunque stati la principale fonte di “guadagno mediatico” per il colosso di Redmond nell’anno appena trascorso.

Questi, invece, i dati di Apple: 941.457$ totali di buzz mediatico con 254.384$ provenienti dai media informativi, 117.241$ provenienti da Twitter e 569.832$ di pubblicità gratuita ottenuta grazie ai social network. Google, posizionatasi al secondo posto nella classifica di General Sentiment, ha totalizzato un buzz mediatico di 875.832$ ma è anch’essa in discesa.

L’unica delle “tre sorelle” informatiche ad avere fatto registrare il simbolo più è dunque Microsoft, che nel 2010 ha inanellato una serie di successi come quelli di Windows 7, Office 2010 e Kinect.

I successi non sono mancati nemmeno dalle parti di Cupertino (iPhone 4 e iPad continuano a dominare le classifiche di vendita di smartphone e tablet), ma se i numeri che abbiamo appena elencato significano qualcosa, Apple deve iniziare a prendere coscienza della situazione, buona ma non più spensierata, in cui si trova.

Con l’assenza di Steve Jobs, che non si sa ancora quanto durerà, lo scoperchiamento del vaso di Pandora relativo alle condizioni dei lavoratori in Cina e la flessione – seppur non drammatica – di uno degli elementi che hanno sempre sorretto in maniera fondamentale i prodotti della “mela”, l’hype mediatico, Apple ora si trova in un momento in cui ogni scelta può significare molto per il futuro dell’azienda.

Un futuro senza Jobs? Un futuro con più sostanza e meno pubblicità? Difficile immaginarlo, comunque staremo a vedere.

[Via | WinRumors]