Apple VS Google: è guerra sul tracciamento degli utenti


Dopo aver citato Samsung per la presunta copia del design di iPhone e iPad, Apple mette nel mirino un altro suo acerrimo rivale e lancia il suo guanto sfida verso Google. O almeno così pare.

Come avrete sicuramente letto sui giornali o sentito in TV, il colosso di Cupertino è nella bufera per la scoperta di un file presente su iPhone e iPad 3G nel quale sarebbero conservati tutti gli spostamenti degli utenti tracciati tramite il GPS GSM. Questo file, chiamato consolidated.db, è disponibile anche nelle copie di backup di iTunes e non è cifrato, il che significa che potenzialmente chiunque può leggerne il contenuto e scoprire tutti i luoghi frequentati dal possessore del telefono o del tablet “spione”.

L’unica nota positiva di tutta la faccenda è che i dati non vengono inviati ad Apple, che avrebbe prontamente risposto alle accuse di “tracciamento” da parte di utenti e giornalisti con una e-mail in cui Steve Jobs avrebbe sostenuto due tesi piuttosto discutibili: noi non tracciamo nessuno mentre Android invece lo fa.


Ora, è vero che anche Google tramite il suo sistema operativo mobile traccia in qualche modo gli utenti, ma come fatto sapere dallo stesso colosso di Mountain View in una lettera riportata dal blog Redmond Pie “Tutte le condivisioni delle posizioni geografiche sono decise dagli utenti. Noi forniamo agli utenti notifiche e controlli sulla raccolta, la condivisione e l’uso di questi dati. Tutte le informazioni sulle posizioni geografiche inviate ai server di Google sono anonimizzate e non riconducibili a specifici utenti”.

Ammesso che l’e-mail di Steve Jobs sia reale (e abbiamo i nostri dubbi a riguardo), siamo quindi di fronte a due atteggiamenti completamente diversi: uno abbastanza trasparente (quello di Google) ed un altro decisamente meno cristallino (quello di Apple) che tenta di sviare l’attenzione dalla problematica attaccando un diretto concorrente.

Ciò detto, è doveroso puntualizzare che l’esistenza del file consolidated.db di iPhone e iPad era già nota da qualche mese agli addetti ai lavori (tipo Alex Levinson), che evidentemente non l’hanno ritenuto poi così pericoloso. D’altronde, nelle condizioni di utilizzo dei prodotti della mela la raccolta dei dati geografici è specificata a chiare lettere (proprio come in Android).

Allora, volessimo dare una morale a questa spy-story, potremmo dire che bisogna sempre leggere attentamente le condizioni di utilizzo di un prodotto prima di cliccare su “accetto”. Volessimo andare giù un po’ più pesante, diremmo che è inutile scandalizzarsi quando si ha in tasca un dispositivo con GPS integrato (e attivato) per ventiquattro ore al giorno. Se si vuole far sapere che si frequentano locali fighi agli amici su Facebook, sono rischi che bisogna mettere in conto.

[Via | Rete Tre]