iCloud e Mac OS X Lion senza supporto fisico: il futuro immaginato da Apple è quello giusto?
Con la presentazione di ieri, Apple ha dato uno schiaffo al concetto di computer come lo conosciamo oggi. Ma si sa, chi dà uno schiaffo deve essere sempre pronto a riceverne qualcuno in cambio.
Per Steve Jobs, che alla WWDC 2011 si è presentato abbastanza pimpante sulle note di “I feel good” di James Brown, è arrivato il momento di dire addio ai supporti fisici e passare alla “nuvola” del cloud computing. iCloud e Mac OS X Lion sono due fulgidi esempi di questa nuova visione.
Il primo è un servizio gratuito che permette di conservare i propri dati online e ritrovarli sempre sincronizzati su tutti i dispositivi della mela, l’altro è il primo sistema operativo di Cupertino che non sarà distribuito su supporti fisici (DVD, penne USB, ecc.) ma solo online, tramite il Mac App Store al costo di 29.99$, come si trattasse di un Agry Birds qualsiasi.
Segnali importanti che, però, lasciano aperto un interrogativo grande quanto una casa: siamo sicuri di essere pronti a tutto ciò? E, cosa ancora più importante, siamo sicuri che questa sia davvero la strada giusta da percorrere?
Guardando a quello che Google sta preparando con il suo Chrome OS e quello che i rumor ci suggeriscono circa le aspirazioni cloud di Windows 8, non sembrano esserci dubbi. Ma forse dovremmo iniziare a sbattere un po’ le ali e sbirciare cosa c’è dietro la nuvola del cloud: nelle mani di chi stiamo affidando i nostri dati?
Richard Stallman, il fondatore del Progetto GNU e dekìl movimento del software libero, non ha dubbi: “Qualsiasi Tom, Dick ed Harry possono custodire i vostri dati. Lasciate che Tom, Dick e Harry custodiscano i vostri dati al vostro posto (e li controllino). Il termine ‘careless computing’ sarebbe più calzante rispetto a Cloud Computing“.
Insomma, il cloud computing è comodissimo – in certi casi indispensabile – ma se un giorno scopriremo che oltre a noi e ad Apple/Microsoft/Google, qualche altro occhio avrà visionato i nostri dati, non potremo lamentarci con nessuno.
Quanto al sistema operativo disponibile solo online, l’idea di fondo è buona (d’altronde chi di noi non ha scaricato almeno una volta una distro Linux da Internet per poi installarla sul proprio PC?) ma dovrebbe trattarsi di un’opzione, non di una scelta obbligata. Voi che ne pensate?