26.000 indirizzi e-mail e password spiattellati in Rete: ecco cosa significa usare gli stessi dati di accesso ovunque

Il famigerato gruppo di hacker (o cracker) Lulz Security, balzato già agli onori della cronaca per aver rubato i dati di un milione di utenti del PlayStation Network e aver hackerato la home page di PBS.org, ha spiattellato in Rete 26.000 indirizzi e-mail e password di altrettanti ignari utenti provenienti da ogni parte del mondo. Fra questi, pare, ci siano anche molti indirizzi militari (.mil) e governativi (.gov).

La lista è ormai di pubblico dominio ed è stata realizzata rubando i dati di accesso di diversi siti a carattere pornografico. Se non visitate “sitacci” simili, dunque, non dovreste avere problemi. Ma molti altri sì. Al punto che conoscendo la cattiva abitudine di molti utenti che usano la stessa password per tutti i siti Internet a cui sono iscritti, il sito ZDNet ha invitato tutti i suoi lettori a dare un’occhiata al documento pubblicato da Lulz Security e ad accertarsi che i loro indirizzi non fossero finiti su piazza.



Le istruzioni date dal sito americano le trovate qui sotto. Se per scrupolo volete seguirle anche voi, non vi biasimeremo di certo.

Ma le istruzioni più belle (e crudeli) sono state quelle del team Lulz Security, che conoscendo meglio di ZDNet l’abitudine di molti utenti di utilizzare la stessa password su più siti Internet, ha invitato i propri “seguaci” di Twitter ad accedere alle pagine Facebook dei proprietari degli indirizzi e-mail rubati e a postare sulle loro bacheche delle finte ammissioni di colpa per la frequentazione di “siti zozzi”.

Ecco cosa significa usare gli stessi dati di accesso ovunque. O quantomeno non curarsi di usare un indirizzo e-mail alternativo per le registrazioni ai siti più “particolari”.

[Photo Credits | Don Hankins]