6 luglio 2011, la Rete in rivolta contro l’AGCOM che vuole oscurare i siti che violano il copyright

Soprattutto quando si parla di Internet, le istituzioni e le autorità di questo Paese non mancano mai di fare delle figure barbine al cospetto della platea internazionale. Scampata la figuraccia del decreto Romani – quello che voleva equiparare i canali YouTube a delle emittenti televisive – gli italiani si ritrovano, infatti, a fare i conti con un nuovo obbrobrio giuridico che potrebbe mettere a repentaglio la libertà di Internet.

Ci riferiamo alla nuova regolamentazione sul diritto d’autore in Rete che l’AGCOM (l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni) vorrebbe approvare entro il prossimo 6 luglio e che consentirebbe a quest’ultima di esercitare un potere tale da costringere i provider nazionali a bloccare l’accesso ai siti in cui fossero riscontrare delle violazioni del diritto d’autore.

La cosa dovrebbe funzionare più o meno così: dopo aver riscontrato la violazione di copyright da parte di un sito, il Garante ammonisce il gestore dello stesso e gli da’ 48 ore di tempo per rimuovere il contenuto. Se ciò non avviene, l’AGCOM può fare delle multe molto salate al “trasgressore” oppure ordinare ai provider di oscurare il suo sito. Entro cinque giorni, il gestore del sito può dimostrare di non aver violato il diritto d’autore nel corso di un contraddittorio tra le parti, ma questo punto non è ancora molto chiaro.

Quello che è chiaro è che questa nuova norma è un abominio che consegnerebbe all’Italia il miserrimo titolo di primo Paese in cui un’autorità amministrativa può ordinare la cancellazione di un contenuto multimediale su Internet. Cancellazione che avverrebbe in maniera sommaria e quasi “casuale”, vista la potenziale enorme mole di segnalazioni che l’AGCOM potrebbe ricevere in merito alle violazioni di copyright.

Ovviamente, di fronte ad una “robaccia” del genere il mondo di Internet non se n’è stato con le mani in mano e già sono partite diverse iniziative per contrastare la norma del 6 luglio. A parte il gruppo di attivisti-hacker Anonymous che tiene sotto scacco il sito dell’AGCOM da qualche giorno, sono innumerevoli i movimenti digital-popolari che stanno nascendo per fronteggiare questa nuova minaccia alla libertà di Interent.

Il sito Agora Digitale, ad esempio, ha pubblicato un decalogo di cose da fare per contrastare la norma dell’AGCOM con 10 semplici azioni che tutti noi possiamo fare per contribuire alla causa. Anche se forse – e lo speriamo vivamente – non ce ne sarà bisogno, in quanto il Tar bloccherà quasi sicuramente la delibera ritenuta da molti esperti illegittima e lesiva dei diritti fondamentali del cittadino.

[Via | Repubblica | L’Espresso – Photo Credits | Juhan Sonin]