Steve Jobs ne aveva anche per Ballmer: “finché ci sarà lui, Microsoft non cambierà”
Ad un giorno dalla pubblicazione ufficiale, continuano a trapelare stralci della biografia ufficiale di Steve Jobs scritta da Walter Isaacson dopo lunghi tête-à-tête. Stralci che restituiscono l’immagine di un Jobs quasi mai tenero nei confronti dei suoi competitor e avvezzo ad analisi precise quanto spietate.
Dopo aver auspicato la distruzione di Android e aver messo indubbio la creatività di Bill Gates, Jobs nell’ultima pagina della sua biografia dice che “Microsoft è perlopiù irrilevante” e sostanzialmente bloccata nel suo processo di crescita perché al suo vertice è stato messo l’umo delle vendite, ossia Steve Ballmer.
Secondo il fondatore di Apple, scomparso lo scorso 5 ottobre a causa di un cancro al pancreas, tutte le aziende si arenano quando vengono gestite dagli uomini delle vendite. A sostegno della sua tesi, Jobs ha fatto gli esempi di John Sculley, capo di Apple negli anni bui dell’azienda, e di Steve Ballmer, l’attuale CEO di Microsoft, sentenziando che “Microsoft non cambierà finché Ballmer sarà in carica“.
Dichiarazioni senza peli sulla lingua, che però non erano riservate solo agli “avversari storici” di Apple, Microsoft e Google, ma anche ad altre importanti aziende del settore informatico e addirittura al Presidente USA. Secondo le pagine della biografia firmata da Isaacson, Jobs avrebbe profetizzato ad Obama la non-rielezione e liquidato i processori Intel come “molto lenti“.
Aspettiamoci altre rivelazioni stuzzicanti nelle prossime ore, il libro “Steve Jobs di Walter Isaacson” sta per approdare nelle librerie di tutto il mondo e su iTunes. Il suo prezzo in formato digitale per l’Italia è di 12,99 euro.
Via | ZDNet
Photo Credits | Joan Shaffer