WikiLeaks chiede donazioni e intanto chiude a tempo indeterminato

Cattive notizie per Julian Assange e per WikiLeaks poiché, a circa dieci giorni di distanza dal primo grande flusso di rivelazioni trafugate alle ambasciate statunitensi nel mondo, il più che noto sito web viene ora sospeso a tempo indeterminato a causa della mancanza di fondi sufficienti.

Infatti il blocco finanziario mediante carte di credito e sistemi di pagamento online (MasterCard, Bank Of America, PayPal, VISA e Western Union), voluto dagli Stati Uniti ed iniziato nel Dicembre del 2010, ha comportato la perdita di circa il 95% delle entrate del sito.

Negli ultimi 11 mesi il sostentamento di WikiLeaks è stato possibile solo e soltanto grazie al denaro accumulato mediante la donazioni effettuate precedentemente al periodo del blocco ed ora, a quanto pare, il sito web, tanto amato quanto, al contempo, temuto, sembrerebbe essere destinato a restare in una fase di stallo per un periodo di tempo indefinito.


L’annuncio è stato fatto direttamente da Assange nel corso di una conferenza tenutasi ieri e durante la quale ha invitato tutti i cittadini a contribuire alla “sopravvivenza” di WikiLeaks mediante meccanismi di donazione alternativi.

“Non si può permettere a una manciata di aziende finanziarie statunitensi, a causa del loro portafogli, di decidere come il mondo intero debba votare”

Frattanto, però, WikiLeaks ha anche aperto una sorta di contenzioso contro il blocco in Islanda, Danimarca, Bruxelles, Gran Bretagna, Stati Uniti ed Australia, ha depositato una querela per violazione della concorrenza alla Commissione Europea ed ha fatto richiesta di apertura di un’inchiesta relativa al comportamento di VISA e MasterCard da parte della European Competition Authority.

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