Meta degli Android ora dovrà pagare Microsoft
La questione licenze torna nuovamente in primo piano ma, questa volta, a salire sul palcoscenico è Microsoft che, scagliandosi contro Android e sostenendo che metà dei device basati sulla piattaforma resa disponibile da Google debbano essere soggetti ad accordi di licenza, annuncia un nuovo accordo di licenza per l’impiego di sue tecnologie negli smartphone e nei tablet basati sulla piattaforma resa disponibile dal gran colosso delle ricerche in rete.
Microsoft, sostanzialmente, ritiene quindi che qualunque utente che possegga uno smartphone o un tablet dotato dell’OS del gran colosso delle ricerche in rete possa essere passibile di una sua richiesta di un contributo.
Potrebbe inoltre accadere che non soltanto il produttore ma anche chi ha collaborato alla realizzazione dell’hardware per quel dato device si ritrovi costretto a versare un contributo per l’impiego della proprietà intellettuale della nota azienda redmondiana.
A tal proposito Microsoft, nelle ultime ore, ha stretto un nuovo accordo di licenza con Compal Electronics, produttore di tablet e smartphone operante per conto di terzi avente un fatturato pari a circa 28 miliardi di dollari.
Microsoft, grazie a quest’accordo e grazie anche a quelli stretti con altre nove aziende (Quanta, Samsung, HTC, OnkyoCorp, Velocity Micro, Dynamics Itroniz, Acer, Viewsonic e Wistrong) sempre impegnate sul fronte Android, ha quindi provveduto a tutelare i suoi brevetti con chi controlla la produzione statunitense di circa il 53% dei device dotati della piattaforma resa disponibile da big G.
Secondo il parere di alcuni analisti l’importanza di tali operazioni in fatto di guadagni andrebbe a configurarsi come tutt’altro che di poco conto: Microsoft, infatti, guadagnerebbe più dai contributi derivanti da Android che da Windows Phone.
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