No, Windows 8 non bloccherà l’installazione di Linux
Nelle settimane scorse, la Free Software Foundation ha lanciato un nuovo grido di allarme (e perfino una petizione online) contro il Secure Boot di Windows 8. Il Secure Boot è un nuovo sistema di protezione che bloccherà sul nascere i bootkit, dei malware che modificano il boot del PC per restare invisibili ed operare indisturbati, agendo tramite l’UEFI, il nuovo modello di BIOS con cui saranno equipaggiati i computer dell’imminente futuro.
Il timore della FSF è che questo sistema possa essere usato da Microsoft per bloccare l’installazione di sistemi operativi alternativi, primo fra tutti Linux, sui PC facendoli passare come dei software malevoli da bloccare. Ovviamente non sarà così e a confermarlo ci sono gli stessi produttori hardware, quelli che secondo l’organizzazione per il software libero dovevano partecipare al complotto “ammazza-pinguini” ordito da Steve Ballmer e soci.
A mettere un po’ di ordine nel marasma che in questi giorni si è creato in Rete sull’affair Secure Boot è stato Ed Bott, esperto giornalista di ZDNet, che ha fatto la cosa più semplice del mondo: contattare i costruttori OEM e domandargli se i timori della FSF sono fondati, se useranno il Secure Boot e l’UEFI per bloccare Linux, oppure no.
Le risposte sono state tutte nello stesso senso. Non c’è nessuno complotto anti-Linux e gli utenti potranno continuare a installare tutti i sistemi operativi che vorranno sui loro computer.
- Dell ha risposto alle e-mail di Edd Bott dicendo che i suoi computer includeranno un’opzione per abilitare/disabilitare il Secure Boot nel BIOS dei PC con Windows 8.
- HP ha assicurato di continuare ad offrire ai suoi clienti libertà di scelta assoluta sui sistemi operativi da installare.
- AMI, la più grande casa produttrice di BIOS, ha dulcis in fundo confermato che consiglierà a tutti i costruttori OEM di fornire una configurazione che consenta di abilitare/disabilitare il Secure Boot.
Insomma, va bene preoccuparsi, va bene fare i cani da guardia delle grandi multinazionali del software, ma la paranoia lasciamola da parte. Bastava fare qualche telefonata prima di lanciare petizioni e allarmi in giro per il Web.
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