Steve Jobs vince un Grammy postumo

Questa notte a Los Angeles si è tenuta la 54° edizione dei Grammy Awards, una kermesse listata a lutto per la morte di Whitney Houston in cui la memoria è sembrata farla da padrona. Infatti, oltre alla cantante scomparsa sabato, gli organizzatori della manifestazione hanno voluto omaggiare un altro importante personaggio passato a miglior vita di recente, Steve Jobs.

Sebbene non direttamente coinvolto nello show business musicale, il compianto fondatore di Apple scomparso il 5 ottobre 2011 è stato insignito del Grammy Trustees Award per il contributo che hanno portato all’industria musicale invenzioni come iPod ed iTunes. A ritirare il premio, che Apple vince per la seconda volta (l’altra era stata nel 2002), il senior vice president della divisione Internet Software and Services del colosso di Cupertino, Eddy Cue. Ecco il video.


Il Grammy Trustees Award viene consegnato ogni anno a “persone che, durante la loro carriera nella musica, hanno dato contributi significativi, oltre a prestazioni, nel campo della registrazione“. Fra i vincitori di questo prestigioso premio anche Robert Moog (1970), Les Paul (1983), Walt Disney (1989) e Clive Davis (2000). A questo punto, verrebbe da chiedersi se questa premiazione non sia un po’ tirata per i capelli.

Per carità, sempre meglio un Grammy che una statua di bronzo in Ungheria, ma siamo sempre lì. Da quando è, ahinoi, scomparso, Steve Jobs viene “tirato” dentro ogni discorso (compresi quelli politici), programma TV ed evento pubblico anche quando, oggettivamente, c’entrerebbe poco o nulla.

Nessuno discute il contributo che hanno dato alla musica iPod ed iTunes, ma probabilmente molti dei signori che ora porgono omaggi alla memoria di Steve Jobs prima che iTunes diventasse lo store musicale più usato al mondo non erano entusiasti di questa innovazione. In realtà, molte grandi major hanno subìto iTunes e sono salite sul carro del vincitore giusto in tempo per diventare commensali al banchetto del successo. E l’ipocrisia continua a regnare sovrana.

[Via | ZDNet]