Anonymous continua la sua battaglia contro il Vaticano

Gli Anonymous continuano la loro battaglia contro il Vaticano e tutti i siti Internet che, in qualche modo, hanno a che fare con esso. Dopo aver mandato giù il sito Vatican.va per due volte consecutive nel giro di pochi giorni e aver pubblicato i dati di accesso di Radio Vaticana, questa volta gli hacktivisti più famosi del Web se la sono presa con Benedictomexico.mx.

Il sito Internet dedicato alla visita di Papa Benedetto XVI in Messico quest’oggi, 23 marzo, è stato messo KO per diversi minuti. Questa volta però non ci sono lunghe rivendicazioni sul blog di Anonymous Italia, continuano a far fede (se così si può dire) le motivazioni snocciolate durante i precedenti attacchi.

Tra queste, ricordiamo, i comportamenti omertosi della Chiesa nei confronti degli scandali sessuali che hanno colpito diversi suoi rappresentanti in giro per il mondo e le trasmissioni tecnicamente fuori legge di Radio Vaticana. C’è poi la lunga diatriba che riguarda la società americana Imperva che gestisce la sicurezza dei siti del Vaticano e aveva sottovalutato l’abilità dei membri di Anonymous, ma ormai dovrebbe essere passata in secondo piano.


L’attenzione degli hacktivisti italiani, però, non è rivolta al solo Vaticano. Nei giorni scorsi si sono infatti registrati degli attacchi (Tango Down come vengono chiamati in gergo) ai siti dell’Enel, responsabile di alcuni progetti idroelettrici in Guatemala e nella Patagonia cilena che potrebbero compromettere l’ecosistema locale, e di Vittorio Sgarbi protagonista di recenti polemiche con Agnese Borsellino.

A questi vanno poi aggiunti i “vecchi” attacchi di cui vi abbiamo già parlato in passato, come quelli ai siti di Equitalia e Trenitalia, a cui i media generalisti continuano a dare poco risalto ma che continuano a moltiplicarsi incontrando l’approvazione da parte di molte persone. Forse è arrivato il momento di riflettere su certe tematiche anziché nascondere la testa sotto la sabbia ed aspettare che “passi la nottata”, ossia che i siti attaccati ritornino online.

[Photo Credits | OperationPaperStorm]