Hacker vs portale web israeliano: attacco firmato Anonymous?

Nella giornata di ieri vi abbiamo parlato dell’attacco hacker che ha colpito il sito del Tribunale di Milano (si, un portale italiano). Si pensava fosse stato il gruppo pirata Anonymous, ma invece questi ultimi hanno smentito la loro partecipazione. Ogni violazione web ormai viene collegata a questi hacker, ma spesso non non sono assolutamente coinvolti.

Nuovo giorno, nuovo attacco pirata. Questa volta l’obiettivo non è il nostro paese, bensì un portale israeliano molto importante. Gli utenti fanno molto affidamento su “Walla” che consente di trovare informazioni e riceverle anche tramite email. I visitatori, dunque, sono incentivati a fornire i propri dati sensibili per effettuare una breve registrazioni, ma tali informazioni sono state recentemente rubate.

Anonymous attacca il Tribunale di Milano [aggiornamento]

Anonymous, un gruppo pirata ormai conosciuto da tutto il mondo. Spesso abbiamo riportato i loro attacchi che cercavano di rivendicare la giustizia, ma raramente il loro obiettivo prende di mira l’Italia. Questa volta, però, il bersaglio è stato proprio un portale del nostro paese, un simbolo che rappresenta la nostra giustizia: il gruppo hacker ha bucato e modificato il portale del Tribunale di Milano.

Anonymous 5 novembre Operazione vendetta

Anonymous ricorda il 5 novembre ed attacca PayPal, Symantec e altri

Anonymous 5 novembre Operazione vendetta

Ieri è stata la giornata dedicata al rivoluzionario mascherato Guy Fawkes che, appunto, alla mezzanotte del 5 novembre del lontano 1605 venne arrestato da un gruppo di uomini armati mentre era intento a mettere in atto l’esplosione della Camera dei Lord.

Si tratta di una storia decisamente lontana nel tempo e da quelle che sono le ben più moderne vicende tuttavia essendo Guy Fawkes una sorta di “santo protettore” e di “musa ispiratrice” per Anonymus, il gruppo di hacker hacktivisti, c’è ben poco da stupirsi del fatto che nel corso della giornata di ieri sia stata messa in atto una vera e propria campagna di attacchi volti ad onorare la memoria dell’ex rivoluzionario.

Trattasi di quella che ha preso il nome di Operazione Vendetta e durante la quale, appunto, Anonymous ha messo in atto diverse azioni dimostrative sul web passando dal defacing di numerosi siti internet sino ad arrivare a veri e propri attacchi hacker per poi chiudere il tutto in bella pubblicando online parte del database di alcune aziende private e di diversi servizi online.

I bersagli colpiti dall’Operazione Vendetta di Anonymous sono stati i più disparati come nel caso del sito ufficiale del governo australiano, il sito web della NBC e della star del pop Lady Gaga.

Anonymous TYLER

TYLER, Anonymous sta per lanciare il suo Wikileaks

Anonymous TYLER

La ferita creatasi, giorni fa, tra Anonymous e Wikileaks è ancora ben aperta e l’indiscrezione proveniente direttamente dalla Russia andrebbe a confermare ulteriormente l’addio che il gruppo di hacker hacktivisti aveva dato a Julian Assange agli inizi del mese corrente.

Anonymous, infatti, stando a quanto reso noto, avrebbe intenzione di creare una piattaforma per la pubblicazione di documenti scottanti e di rilievo procedendo in maniera analoga, o quasi, a quanto fatto da Assange con il suo Wikileaks e senza chiedere un solo centesimo agli utenti.

Un membro del gruppo di hacker in un’intervista tramite mail concessa a Voice of Russia ha infatti parlato di TYLER ovvero il progetto novità in arrivo specificando però che Anonymous ha già avuto modo, sino a questo momento, di mettere in campo piattaforme  più o meno simili.

Anonymous 5 novembre Operazione vendetta

Anonymous dice addio a Wikileaks e ad Assange

Anonymous abbandona Wikileaks

Mediante un apposito tweet pubblicato sul proprio account Twitter il gruppo hacktivista Anonymous ha detto formalmente e definitivamente addio a Wikileaks.

Dopo oltre due anni di sostegno, di azioni dimostrative e di attacchi online alle istituzioni incolpate di aver abbandonato Julian Assange ed il suo portale e di essersi rivoltate contro alcune ore fa Anonymous ha dichiarato di non volersi più dedicare alla faccenda.

Il motivo della scelta fatta da Anonymous è, a quanto pare, imputabile alla direzione presa da Wikileaks, sempre più concentrato sulle sorti del suo fondatore che sulla diffusione di informazioni.

Connessa alla questione missione di Wikileaks vi è poi un altra importante ragione che ha portato Anonymous a dire addio ad Assange e alla sua iniziativa: le sempre maggiori contraddizioni dei metodi di raccolta dei fondi.

GoDaddy nega tutto: non siamo stati attaccati da Anonymous

Ieri vi abbiamo prontamente aggiornati sulla notizia del giorno, l’attacco sferrato ai server di GoDaddy, un famosissimo sito di hosting. Il colpo era stato effettuato da un hacker del noto gruppo pirata Anonymous che ha commentato l’accaduto su Twitter.

Pur non essendo stato specificato il motivo, abbiamo ricordato che GoDaddy è stato più volto accusato per aver sostenuto lo Stop Online Piracy Act (SOPA) . Ogni indirizzo ospitato su GoDaddy è caduto per molteplici ore, precisamente dalle 19.00 fino alle 01.00 della notte (ora italiana).

Anonymous tango down GoDaddy

Anonymous attacca GoDaddy, milioni di siti web down

Anonymous tango down GoDaddy

Nel corso della serata di ieri il ben noto gruppo di hacker Anonymous ha mandato offline milioni e milioni di siti web aziendali e personali e di blog ospitati dai server di GoDaddy.

Il tango down è durato per diverse ore e soltanto nella mattinata di oggi i siti web colpiti hanno iniziato a ritornare online così come sempre.

Ad essere bloccate sono state, nello specifico, tutte le varie ed eventuali attività riconducibili al provider quali hosting, DNS, caselle di posta elettronica e gli appositi servizi di assistenza.

L’esecuzione dell’operazione sarebbe però imputabile solo e soltanto ad un membro di Anonymous che nelle ore successive all’attacco ha provveduto a rivendicare l’operazione mediante la pubblicazione di tutta una serie di appositi messaggi su Twitter.

Apple vuole migliorare Siri ed abbandonare Nuance

Apple, trafugati 12 milioni di ID univoci da un portatile dell’FBI

UDID Apple rubati da hacker

Il gruppo di hacker noto come AntiSec e legati ad Anonymous ha annunciato, proprio nel corso delle ultime ore, di essere entrato in possesso di ben oltre 12 milioni di ID Apple iOS Unique Device o, molto più semplicemente, UDID, e dei dati personali dei rispettivi proprietari sottraendo tali informazioni ad un sistema dell’FBI.

Il vasto database di UDID sarebbe stato trafugato, nello specifico, dal portatile di un agente speciale dell’FBI e la sottrazione dei dati, disponibili sotto forma di documento in formato CSV, sarebbe avvenuta facendo leva su una vulnerabilità del pacchetto Java.

Per ciascuno dei circa 12 milioni di ID Apple risultano disponibili nomi utente, indirizzi di residenza, numeri telefonici, nomi e modelli dei relativi device Apple e svariate altre informazioni generalmente riservate.

AnonOps attacca il blog di Beppe Grillo

Nella giornata di ieri, il blog di Beppe Grillo è risultato irraggiungibile per circa 10 ore a causa di un attacco hacker sferrato da una cellula di AnonOps.

AnonOps è un server IRC su cui si riuniscono vari coordinatori di Anonymous, il celebre movimento di hacktivisti le cui gesta hanno già fatto “vittime” illustri, dal Vaticano ai ministeri di Difesa e Interno, ma la paternità del gesto a quanto pare è ancora tutta da discutere.

Anonymous Anontune

Anonymous lancia Anontune, la piattaforma musicale libera

Anonymous Anontune

La novità delle ultime ore, relativamente al panorama dell’IT ed a quello della musica, si chiama Anontune, una piattaforma libera ed a sfondo social in grado di pescare continuamente brani musicali d’ogni sorta da tutto il web, ed a renderla disponibile ci ha pensato Anonymous.

Stando infatti a quanto reso noto da un gruppo di sviluppatori che ha dichiarato alla redazione di Wired di far parte del ben noto collettivo il progetto Anontune è nato circa 6 anni fa su un sito di incontro per hacker dove, appunto, alcuni membri di Anonymous cominciarono a pensare ad un sistema mediante cui abbattere l’attuale modello di business messo in piedi dall’industria discografica ma le idee avrebbero poi iniziato a concretizzarsi soltanto a partire dal 23 dicembre dello scorso anno.

Anontune viene quindi ideata con l’intento di combinare le possibilità di ascolto gratuite che vengono offerte da canali mainstream, come nel caso di YouTube e MySpace, agendo sia come motore di ricerca interno sia come un player mediante cui organizzare anche le playlist dei vari ed eventuali artisti musicali d’interesse.

Anonymous attacca la Cina: oltre 480 siti web offline

Anonymous Cina

Dopo i recenti e ripetuti attacchi in terra nostrana Anonymous, nel corso delle ultime ore, torna a far parlare di sé ma, questa volta, l’attenzione risulta tutta focalizzata verso la grande muraglia, in Cina.

Il gruppo di hacker attivisti, infatti, ha recentemente portato a segno un attacco a centinaia di siti web cinesi appartenenti a istituzioni locali e aziende avvenuto in coincidenza dell’apertura dell’account Twitter ufficiale Anonymous China.

I siti web mandati offline sono, nel dettaglio, oltre 480 e, stando a quanto reso noto dagli stessi membri di Anonymous, sarebbero inoltre stati raccolti numerosi dati quali username, password, numeri di telefono ed email di personale del governo.

Anonymous contro Carabinieri, Difesa e Interno

Dopo qualche giorno di relativa calma, la cellula Italiana di Anonymous torna a colpire. Questa volta ad essere stati presi di mira dagli hacktivisti nostrani sono stati i siti di Carabinieri, Difesa e Ministero dell’Interno. Nella giornata di ieri (3 aprile 2012), carabinieri.it, difesa.it e interno.it sono risultati offline per diversi minuti e gli Anonymous hanno fornito delle motivazioni a dir loro valide per ognuno di questi Tango Down, così come vengono chiamati in gergo gli attacchi.

Il sito Web dei Carabinieri è stato messo KO a causa degli scontri di Roma che hanno visto contrapporsi i militari agli operai che manifestavano contro la chiusura degli stabilimenti Alcoa in Sardegna (Signori Carabinieri, alcuni giorni fa avete tentato di sopprimere la rabbia degli Operai Alcoa con i vostri feroci manganelli, si legge sul blog di Anonymous Italia). Difesa e Interno sono invece stati “puniti” per una circolare diramata dal Ministero dell’Interno che impone il silenzio sui fatti del G8 di Genova a tutti gli esponenti delle forze dell’ordine.