Rapidgator, Uploaded e altri 25 portali bloccati in Italia per… un cartone animato

La settimana scorsa vi abbiamo spiegato come accedere a NowDownload, RapidGator, Uploaded e altri cyberlocker bloccati nel nostro Paese, basta cambiare i DNS della propria connessione. Ma vi siete chiesti come mai questi siti sono stati inibiti dai provider italiani? Ebbene, la colpa è di un film, un singolo film a cartoni animati.


Secondo quanto riportato da Punto Informatico, il blocco è stato frutto di una maxi-operazione della Polizia Postale su ordine del GIP al Tribunale Ordinario di Roma, il quale ha accolto la richiesta dei legali di Sunshine Pictures, distributore italiano del film "Un mostro a Parigi”. Questo ha portato al blocco per mezzo DNS di 27 fra cyberlocker e siti di streaming tutti aventi la stessa colpa: ospitare delle copie illegali del cartone transalpino.

Come al solito, a rimetterci sono la credibilità di certe autorità e tutte quelle persone che, pagando delle sottoscrizioni mensili o annuali, hanno scelto di usare uno dei servizi di hosting oscurati (Nowvideo, Nowdownload, Videopremium, Rapidgator, Bitshare, Cyberlocker, Clipshouse, Uploaded ed altri) per custodire i propri file in Rete, file spesso legali e legittimi.
Dovranno prendersi tutti la briga di scoprire come aggirare il blocco e imparare come si cambiano i DNS: operazione semplicissima, per carità, consigliabile a tutti ma che non dovrebbe essere forzata da censure scellerate come quella attuata in questo caso.

L’avvocato Fulvio Sarzana, interpellato su quanto accaduto da PI, ha spiegato che l’indagine della Polizia Postale romana è durata circa un mese e che ha portato alla “più grande operazione di sequestro di contenuti su Internet in un paese occidentale, seconda solo all’operazione di sequestro di domini adottata dal dipartimento dell’Homeland Security (DHS) statunitense nel novembre 2010, che aveva portato al sequestro di 70 portali".
La società denunciante avrà naturalmente le sue buone ragioni, e così naturalmente il magistrato che ha emesso il provvedimento, ma ci si chiede il perché 27 portali mondiali nella loro interezza, con milioni di file anche privati e che raggruppano milioni e milioni di utenti, siano stati resi inaccessibili a milioni di cittadini italiani, per un solo cartone animato”. Bisogna aggiungere altro?

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