Samsung Galaxy Gear, il 30% degli acquirenti lo riporta in negozio
Presentato all’inizio di settembre in pompa magna da Samsung, lo smartwatch Galaxy Gear ha destato sicuramente l’interesse di molti geek. Il device è sicuramente interessante, con importanti potenzialità, ma paga lo scotto di puntare su un mercato ancora largamente inesplorato (quello degli smartwatch, per l’appunto) e di presentare diverse lacune che, a quanto sembra, non lo stanno facendo apprezzare abbastanza dal pubblico.
Secondo quanto riportato in alcuni documenti interni di Samsung, il Galaxy Gear ha una media di restituzioni molto alta con picchi che hanno visto il 30% dei clienti di Best Buy (nota catena di store di elettronica americana) riportarlo indietro a poche ore dall’acquisto.
L’azienda coreana sta investigando sui motivi che hanno reso così tante persone insoddisfatte del suo smartwatch tramite alcuni “mini-store” presenti all’interno dei punti vendita Best Buy, ma per il momento sembrano esclusi i difetti di fabbrica.
Alla base di questo alto tasso di restituzioni, probabilmente c’è il mancato supporto di Galaxy Gear a molte applicazioni di terze parti (che ne limita enormemente le potenzialità) e a molti smartphone/tablet attualmente in commercio. Il dispositivo, infatti, è utilizzabile solo con una cerchia ristretta di app e riesce a interagire solo con due altri prodotti Samsung: Galaxy Note 3 e Galaxy Tab 10.1 2014.
Naturalmente, Samsung è conscia di tutto ciò e, stando sempre a quanto scritto nei documenti trapelati in Rete, correrà ai ripari rilasciando un aggiornamento che renderà compatibile lo smartwatch anche con Note 2, Galaxy S3, Galaxy S4 e Galaxy S4 Active. Vedremo se questa mossa farà abbassare la percentuale di restituzioni o se le cause del problema vanno ricercate altrove.
[Geek.com]