Copia privata, nuovo aumento dei prezzi all’orizzonte

Purtroppo ci tocca parlare nuovamente di possibili aumenti sui prezzi di smartphone, tablet, hard disk e qualsiasi altro dispositivo atto a ospitare copie di film o opere musicali. Il motivo è, come facilmente intuibile, quella tassa denominata equo compenso, attraverso la quale le associazioni degli autori, come l’italiana SIAE, ricevono una sorta di indennizzo per i mancati introiti causati dalle copie che gli utenti farebbero delle opere acquistate regolarmente.


La tassa è presente in 23 paesi dell’Unione Europea ma in Italia è fra le più salate, con seri rischi di un ulteriore aumento. Eh, già. Sembra infatti che il nuovo ministro per i beni e le attività culturali, Dario Franceschini, a cui spetta l’onere di trattare la materia, non voglia proseguire sulla strada tracciata dal suo predecessore, Massimo Bray, e sia prossimo a cedere alle pressioni della SIAE.

Bray, come forse ricorderete, a inizio anno decise di non applicare alcuna maggiorazione automatica all’equo compenso optando per un sano monitoraggio della situazione per capire con esattezza se e quali dispositivi/supporti i consumatori usassero per effettuare copie private di opere protette da copyright.

Ebbene, secondo quanto riporta Guido Scorza sul Fatto Quotidiano, il ministro Franceschini avrebbe intenzione di non rendere pubblici i risultati della ricerca e tornare alla vecchia pratica di aumento “cieco” dell’equo compenso. Si rischia così un salasso da 200 milioni di euro che, essendo completamente a carico dei consumatori, specie in periodo di crisi come questo, rischia di deprimere anche un mercato piuttosto vivace come quello tecnologico.

Per ora non sono emersi ulteriori dettagli, né ci sono note ufficiali dal ministero. Speriamo ci sia ancora qualche spiraglio per il buonsenso e la ripresa di un cammino che, una volta tanto, sembrava avviato con criteri sani.

[Photo Credits | Luca Sartoni]