“L’immagine della mia casa in Google Street View viola la mia privacy” e una coppia fa causa a Google

Di cause frivole se ne fanno fin troppe ogni giorno, ormai ogni pretesto è diventato buono per chiamare davanti al tribunale qualcuno, e Google lo ha dovuto provare a sue spese.
Forse neanche l’azienda di Mountain View avrebbe mai pensato che introdurre il servizio “Street View“, grazie al quale è possibile avere una panoramica completa di una determinata strada, l’ avesse portato a rispondere davanti alla corte di “Violazione della Privacy”

Si perchè una coppia della Pennsylvania ha fatto causa alla Google Inc. sostenendo che le immagini della loro casa che appaiono su Google Maps, precisamente quelle che è possibile visualizzare tramite l’opzione “Street View”, violano la loro privacy, svalutano la proprietà ed addiritturano causano loro gravi problemi psicologici.
Ad “aggravare” la situazione c’è il fatto che per fare le fotografie Google ha utilizzato gli appositi veicoli forniti di macchina digitale su un suolo privato.


Dal fascicolo di 10 pagine presentato mercoledì scorso presso la corte della contea di Allegheny emerge che Aaron e Christine Boring comprarono la casa nell’ottobre del 2006 per una considerevole somma di denaro, e che tale somma fu spesa per fuggire dalla caotica vita cittadina per appagare il loro desiderio di riservatezza.
L’ amena casetta sorge proprio nei pressi del quartier generale di Google, a Mountain View in California.

Il portavoce di Google Larry Yu ha detto che il disguido è nato in maniera del tutto casuale, e che Google non aveva minimamente intenzione di immortalare la casa della coppia, che sorge su un viale privato. Sarà loro impegno rimuovere al più presto l’ immagine.
Ma a quanto pare questo non è abbastanza per l’ audace coppia, secondo cui il danno ormai è stato fatto ed è tardi per tornare indietro, e l’eliminazione dell’immagine non impedirà certo a Google di ripetere in futuro la stessa azione.
La causa non è quindi finita qui, anzi si preannuncia più lunga del previsto.

Via | sfgate