Prefetch, numeri e falsi miti: scopriamo la verità


Grazie alla sua preziosissima funzione di acceleratore delle attività svolte al computer, il prefetch di Windows è presto riuscito ad attirare su di sé le attenzioni di coloro che, non sempre con la dovuta professionalità, provvedono a spremere come limoni i sistemi “made in Redmond” e ad ottimizzarli attraverso trucchi di vario genere. Molti dei quali – ahinoi – utili quanto una giacca monocromatica a righe orizzontali.

Fra questi “trick” tranquillamente etichettabili come leggende metropolitane, figura sicuramente quello che vorrebbe le applicazioni avviarsi più velocemente se lanciate mediante un collegamento contenente il codice “/prefetch:1“. Non provateci nemmeno, è solo una perdita di tempo.

Il motivo? Scopriamolo insieme.


Per comprendere meglio l’operato della funzionalità prefetch di Windows, senza perderci in tecnicismi, dobbiamo immaginarcela come una segretaria pignola ed efficiente – e magari pure sexy – che provvede puntualmente ad accantonare tutte le cose che possono servirci nel lavoro quotidiano in un unico posto rapidamente accessibile. Ci serve una penna? E’ nel primo cassetto della scrivania. La spillatrice? Idem. I fogli nuovi? Inutile domandarlo. E’ tutto dove deve essere per ottimizzare al massimo i tempi.

Quindi, ricapitolando, il prefetcho Jessica, come preferitesposta nella memoria cache e rende immediatamente disponibili tutti i file necessari all’avvio delle applicazioni maggiormente utilizzate. Monitora i primi due minuti di attività di ciascun processo avviato, il primo minuto di lavoro al computer dopo il caricamento di tutti i servizi Win32 ed i 30 secondi seguenti al caricamento della shell per trarre le dovute conclusioni e pre-caricare ciò che ritiene utile per l’utente.

Ma, in tutto questo, che ruolo ha il tanto famigerato collegamento contenente il codice “/prefetch:1“? Semplice, nessuno. Che ci crediate o no, questo falso mito è nato da un singolo software che ha tratto in inganno milioni di utenti in tutto il mondo: Windows Media Player.

Provate un po’ a picchiare con il tasto destro del mouse l’icona di WMP che fa bella mostra di sé nella barra di avvio veloce del vostro Windows. Notato niente di strano? Sì, è proprio lui, il codice “/prefetch:1“. Ebbene, lì è l’unico posto in cui quella variabile ha senso.

Infatti, l’unica vera funzionalità della stringa “incriminata” è quella di dire al sistema operativo quali librerie e quali file caricare alla partenza di Windows Media Player, un programma tanto vasto da richiedere componenti totalmente diversi tra loro per svolgere le varie attività (riproduzione di musica, masterizzazione, ripping, ascolto di radio online, riproduzione di DVD ecc.). In pratica, questo codice “/prefetch:1” comunica a Windows – a seconda delle circostanze – di caricare “x.dll” ed “y.dll” piuttosto che “z.dll” e “j.dll” per avviare rapidamente la “parte” di programma che serve nell’immediato.

Adesso possiamo finalmente dirlo: quella dello “slashprefetchduepuntiuno” è solo una funzione, per giunta utilissima, e non un trucchetto da usare con qualsiasi programma.

Via | Ryanmy