Facebook affronta il problema delle identità rubate

La pubblicazione dei nostri dati, dei nostri contenuti, su profili, blog, social network, ha come uno dei suoi risultati qualcosa di scomodo e sempre più preoccupante, il furto di identità.

Uno studio della Sophos ha dimostrato che il 41% del furto d’identità deriva da una cattiva pratica incredibilmente diffusa fra gli utenti di Facebook, ovvero accettare le richieste di amicizia senza troppo badare a chi si stia aggiungendo. Complice la virtualità del tutto e la diffusa sensazione che “queste sono cose che capitano agli altri”.

Secondo la Sophos condividere la propria data di nascita e il proprio indirizzo email rende il furto di identità incredibilmente semplice se unito al nome completo.


A questo proposito Facebook sta costituino un consiglio dedicato all’argomento. L’obiettivo del consiglio è di analizzare nel dettaglio al situazione e contrapporre nuovi rimedi a questa minaccia, più efficaci e che siano basati sull’esperienza reale.

Chiedere più attenzione agli utenti è come lasciare un cavo scoperto in un asilo e chiedere ai bambini di non toccarlo. Per motivi che possono essere i più vari, gli utenti si approcciano al web con un’eccessiva fiducia. Non possiamo sentenziare il motivo principe di questo atteggiamento, ma siamo certi che fra le cause c’è l’impercettibilità, o la percezione di questa, della nostra attività online.

E’ anche vero che l’essenza stessa del web 2.0 e del web 3.0 sta nella totale trasparenza, dove i nostri dati sono visibili. Mostrare la mia data di nascita mi permette di offrire un dato importante per il mio profilo Linkedin e la mio nome completo mi assicura una maggiore unicità sul web. Le evoluzioni di questi aspetti potrebbero sorprenderci, le conseguenze riguarderanno tutti noi, basterà solo prestarvi lo sguardo per accorgercene.

Via | CNET