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Spam: Italia quarto produttore al mondo di email spazzatura

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L’azienda di sicurezza informatica Sophos ha pubblicato un nuovo rapporto sui principali paesi produttori di spam. Dalla non troppo lusinghiera graduatoria, emerge la superpotenza degli USA che producono il 14,6% di tutte le email-spazzatura del mondo, ma ahinoi anche l’Italia non è piazzata male. È al quarto posto.

Dal nostro Paese è partito il 4,7% dello spam che ha infestato le caselle email degli utenti nel periodo luglio-settembre 2013. In mezzo ci sono la Bielorussia, al secondo posto con il 5,1% di spam distribuito su scala globale, e l’India che si è piazzata in terza posizione con la stessa percentuale di “spammoni” dell’Italia. Ecco la classifica completa:

Skype 2 miliardi di minuti al giorno

Skype, occhio al virus Dorkbot

Skype Dorkbot

Durante le ultime ore le comunicazioni degli utilizzatori di Skype sono state insidiate da una variante del virus identificato con il nome di Dorkbot e già salito in passato agli onori della cronaca.

I primi ad aver fatto la conoscenza del malware furono, non molto tempo addietro, gli utenti Facebook.

Il virus faceva comparire una finestra di chat contenente dei link fraudolenti che avrebbero poi portato all’installazione di spyware sul computer in uso e che, successivamente, sarebbe poi stato allacciato ad una rete pirata in modo tale da poter essere impiegato da terzi per scopi illeciti.

Dopo Facebook la minaccia torna ora a farsi sentire a gran voce sul noto client VoIP.

La modalità d’attacco risulta la stessa, così come comunicato anche dagli esperti di Sophos.

L’antivirus di Windows 8 non è affidabile, parola di Sophos

Come ormai noto, Windows 8 integrerà un modulo antivirus in Windows Defender. Ma come se la caverà questo nuovo sistema di protezione contro le innumerevoli minacce informatiche che aspettano al varco il prossimo sistema operativo di Microsoft? Non benissimo, secondo quanto sentenziato dalla società di sicurezza Sophos.

Dopo aver testato l’antivirus di Windows 8 con il file di test EICAR (un file realizzato dall’European Institute for Computer Antivirus Research per testare, appunto, l’efficacia dei software antivirus) e con altri malware standard, il Senior Security Advisor di Sophos Canada, Chester Wisniewski, ha dichiarato che il nuovo Windows Defender “non è ancora pronto” ad affrontare i virus.

Utenti Mac, cominciate a preoccuparvi dei virus…

Dopo la reputazione da “sorella buona” del reame informatico, un altro mito legato al nome di Apple e al suo sistema operativo, Mac, inizia a scricchiolare: quello dell’invulnerabilità nei confronti di virus e malware.

Sophos, nota azienda operante nel settore della sicurezza informatica, ha infatti condotto uno studio secondo cui su 150.000 computer della mela presi in esame ben 50.000 sono risultati affetti da malware.

Tra le minacce predominanti per i sistemi Apple (dopo il salto la classifica completa), gli attacchi dovuti ad exploit di Java che sono multi-piattaforma e risiedono nella cache di Internet. Ma una menzione speciale va a Mal/ASFDldr-A, un malware disegnato per Windows che sfrutta alcune falle di Windows Media Player per veicolare il computer su siti maligni, che è stato rilevato sulla maggior parte dei Mac infetti.

Facebook: gli utenti vogliono il “giardino recintato” di Apple

Nonostante i passi in avanti fatti negli ultimi tempi, per Facebook privacy e sicurezza rimangono due questioni apertissime. Gli utenti – molti dei quali sull’orlo di una crisi di nervi – sono ormai stanchi di applicazioni malevole progettate con il solo scopo di sottrarre loro dati e, pur di liberarsene, sarebbero disposti a rinchiudersi in un “giardino recintato simile a quello progettato da Apple per il suo App Store (che sta per approdare anche su Mac OS X Lion), in cui “passano” solo le applicazioni controllate e “benedette” dalla Casa della mela.

Questo è quello che emerge dall’ultimo, provocatorio, sondaggio effettuato dalla società specializzata in sicurezza informatica Sophos, la quale ha sottoposto ad oltre 1.000 utilizzatori del social network di Mark Zuckerberg il seguente quesito: Facebook dovrebbe seguire l’esempio di Apple e avere un “giardino recintato”, verificando tutte le applicazioni?

I risultati della consultazione – alquanto inquietanti, a voler essere sinceri – li trovate nel grafico qui sotto: il 95.51% dei partecipanti ha risposto sì, ammettendo che Facebook dovrebbe fare come Apple e scegliere per noi quali applicazioni si possono usare e quali no, mentre solo un 4.49% di “temerari” ha risposto in maniera negativa.

Facebook affronta il problema delle identità rubate

identity_theft

La pubblicazione dei nostri dati, dei nostri contenuti, su profili, blog, social network, ha come uno dei suoi risultati qualcosa di scomodo e sempre più preoccupante, il furto di identità.

Uno studio della Sophos ha dimostrato che il 41% del furto d’identità deriva da una cattiva pratica incredibilmente diffusa fra gli utenti di Facebook, ovvero accettare le richieste di amicizia senza troppo badare a chi si stia aggiungendo. Complice la virtualità del tutto e la diffusa sensazione che “queste sono cose che capitano agli altri”.

Secondo la Sophos condividere la propria data di nascita e il proprio indirizzo email rende il furto di identità incredibilmente semplice se unito al nome completo.

Bit.ly contro lo spam su Twitter

Bit.ly

Ormai è una prassi a cui siamo abituati, come un servizio web incomincia la sua scalata al successo, ecco che dietro l’angolo appare lo spettro dello spam, una pratica personalmente incomprensibile dal momento che non credo esista ancora un numero di utenti valido da gabbare, ma che in ogni caso continua ad imperversare dall’alba del web.

Twitter come sappiamo non ne è immune, anzi per molti versi si sta trasformando in un vero e proprio repository di spammers, che trovano vita semplice nel link sharing che è parte integrante del social network e dunque difficilmente filtrabile.

Bit.ly è il servizio di URLs shortner che è stato ufficialmente adottato da Twitter come servizio standard e che in poco tempo ha sconfitto la foltissima concorrenza. Adesso Bit.l darà il suo contributo alla lotta allo spam. Lo farà affidando l’analisi dei link sottopostigli a tre differenti servizi.

Identificato un Worm per iPhone Jailbroken

iphone-jailbreak-worm

Se siete proprietari di un iPhone proteste aver deciso di superare i blocchi DRM di Apple che non permettono di eseguire applicazioni che non siano certificate preventivamente da Apple, e che siano distribuite attraverso canali diversi dell’App Store di iTunes Store di Apple.

Per superare tali blocchi è necessario sbloccare l’iPhone, o come è divenuto gergo comune, jailbreakkare l’iPhone, permettendo dunque al vostro device di eseguire qualunque tipo di applicazione compatibile con il sistema operativo. Questo ha fatto nascere un universo parallelo di applicazioni per iPhone da cui ogni giorno moltissimi utenti attingono.

I pro e i contro dei DRM di Apple sono noti e ampiamente discussi. Nonostante sia impossibile riassumere in poce parole la discussione che ruota intorno questo tema, proveremo ad essere ermetici, concentrandoci sull’aspetta che più concerne questo post.