Facebook: gli utenti vogliono il “giardino recintato” di Apple

Nonostante i passi in avanti fatti negli ultimi tempi, per Facebook privacy e sicurezza rimangono due questioni apertissime. Gli utenti – molti dei quali sull’orlo di una crisi di nervi – sono ormai stanchi di applicazioni malevole progettate con il solo scopo di sottrarre loro dati e, pur di liberarsene, sarebbero disposti a rinchiudersi in un “giardino recintato simile a quello progettato da Apple per il suo App Store (che sta per approdare anche su Mac OS X Lion), in cui “passano” solo le applicazioni controllate e “benedette” dalla Casa della mela.

Questo è quello che emerge dall’ultimo, provocatorio, sondaggio effettuato dalla società specializzata in sicurezza informatica Sophos, la quale ha sottoposto ad oltre 1.000 utilizzatori del social network di Mark Zuckerberg il seguente quesito: Facebook dovrebbe seguire l’esempio di Apple e avere un “giardino recintato”, verificando tutte le applicazioni?

I risultati della consultazione – alquanto inquietanti, a voler essere sinceri – li trovate nel grafico qui sotto: il 95.51% dei partecipanti ha risposto sì, ammettendo che Facebook dovrebbe fare come Apple e scegliere per noi quali applicazioni si possono usare e quali no, mentre solo un 4.49% di “temerari” ha risposto in maniera negativa.


Non ci sono dubbi, anche questa volta la filosofia di Steve Jobs ha vinto. Ma forse, prima di gridare allo scandalo, sarebbe meglio andare a ricercare le cause di questo risultato (indicativo ma non determinante, vista anche l’esiguo numero di partecipanti). Insomma, il vero problema qui non sono gli utenti ma Facebook, che fa sviluppare le applicazioni a cani e porci, perdendo attendibilità e fiducia.

Che ci crediate o no, tutto quello che bisogna fare per diventare “sviluppatori certificati” e pubblicare qualsiasi tipo di schifezza informatica sul social network più famoso del mondo (e i suoi 500 milioni e più di utenti) è fornire un numero di cellulare e una carta di credito validi.

C’era stato anche un tentativo di regolamentazione delle applicazioni, nel 2008, quando Facebook introdusse una sorta di “bollino” per certificare le applicazioni migliori, ma era a pagamento, opzionale, poco affidabile, e così finì nel cestino nel giro di pochissimi mesi.

La soluzione finale è quindi quella di ricorrere al famigerato “giardino recintato”? Può darsi, ma prima di prendere a modello un modus operandi discutibile come quello di Apple, forse sarebbe meglio tentare la costruzione di un sistema di verifica delle applicazioni e di identificazione degli sviluppatori più serio. Magari lacunoso – perché nessuno è perfetto – ma almeno né completamente chiuso né allo sbando come quello di ora.

Voi che ne pensate?

[Via | Computer World – Photo Credits | lucasmascaro]