SOPA e PIPA: dopo il Blackout di protesta sul Web, i promotori delle leggi fanno marcia indietro

Il Blackout Day del Web che ieri ha visto siti come Wikipedia, Reddit, Google e WordPress oscurati o listati a lutto ha sortito gli effetti sperati. Otto dei politici americani (sei Repubblicani e due Democratici) che fino a ieri supportavano il SOPA e il PIPA hanno fatto marcia indietro annunciando di non voler più appoggiare l’approvazione dei due disegni di legge che, di fatto, avrebbero censurato il Web e messo il bavaglio non solo ai siti giudicati colpevoli di violazione del diritto d’autore (oscurandoli a mezzo DNS) ma anche a siti terzi, motori di ricerca e servizi Web che avessero segnalato anche solo l’esistenza dei “siti pirati”.

A cambiare idea sono stati Orrin Hatch, Ben Cardin, Ben Quayle, Lee Terry, Dennis Ross, Tim Holden e, soprattutto, due dei principali promotori dello Stop Online Piracy Act e del Protect IP Act: Marco Rubio e Roy Blunt. Quest’ultimo, come riportato da Paolo Attivissimo sul suo blog, è stato pizzicato da Vice.com ad usare immagini senza permesso sul suo sito Internet: se fossero entrate in vigore le norme imposte da SOPA e PIPA, anche il suo sito sarebbe stato da oscurare, così come quelli di altri politici USA che avevano annunciato il loro sostegno alle nuove leggi anti-pirateria.


Insomma, per ora il pericolo sembra scampato ma purtroppo in questi casi bisogna stare sempre con le “antenne dritte”. Sebbene l’amministrazione Obama abbia già chiarito pubblicamente che non farà passare “leggi che riducono la libertà di espressione, aumentano i rischi relativi alla cyber-sicurezza o minano il dinamismo e l’innovazione di Internet a livello mondiale“, i politici ignoranti e le lobby spietate sono sempre in agguato pronte a sferrare attacchi contro la libertà e il buonsenso.

Evidentemente, chiedere una presa di coscienza collettiva da parte dei politici e la revisione dell’intero meccanismo del copyright per un mondo che non è più quello di vent’anni fa è chiedere troppo. Allora meglio non fare più domande e, soprattutto, sperare che non vengano più partorite presunte risposte come quelle forniteci dalle geniali menti dei politici americani. Noi italiani dobbiamo mantenere il primato delle leggi idiote contro la libertà di espressione in Rete!

[Photo Credits | IsaacMao]