Anonymous manda Facebook K.O. per 10 minuti, poi la smentita


Un mondo senza Facebook? È esistito, solo per una decina di minuti, solo per alcuni utenti in determinate aree geografiche, ma è esistito. Nella giornata di ieri, infatti, il social network fondato da Mark Zuckerberg ha avuto un misterioso stop di circa 5-10 minuti in cui gli utenti non sono riusciti ad accedere al sito ed è subito iniziata la caccia all’assassino: chi ha ammazzato – pardon – tramortito Facebook? Tutti gli indizi riconducono all’ormai celeberrimo gruppo di hacktivisti Anonymous ma forse le cose non sono andate come molti sospettano. Andiamo per ordine.

Qualche giorno fa si è sparsa la voce secondo cui Anonymous attaccherà Facebook il 28 gennaio prossimo, solo questo ha determinato in molti la convinzione che i responsabili del mini-blackout di ieri siano stati proprio gli hacker attivisti più famosi del momento, ma in serata è arrivata la smentita ufficiale degli Anonymous su Twitter (@anonops): “#Facebook.com is NOT under denial of service attack. STOP LYING” (Facebook non è sotto attacco denial of service, finitela di mentire). Abbastanza eloquente, al punto che il tweet è stato riportato anche da AnonSec, altro account Twitter molto vicino agli Anonymous che in precedenza aveva lasciato intendere che Facebook fosse realmente sotto attacco.


Messe dunque da parte le tesi “complottistiche”, passiamo a qualcosa di un po’ più concreto. Ecco un grafico tratto dal sito Facebook Developers che mostra i tempi di risposta delle API del sito durante e dopo l’attacco: quei dieci minuti hanno fatto la differenza, ma probabilmente a causarli è stato solo qualche problema nei server che Facebook ha distribuito un po’ in tutto il mondo proprio per rendere più difficile la vita a coloro che volessero improvvisare un attacco DDOS.

A questo punto, rimane il dubbio se questo attacco a Facebook da parte degli hacker di Anonymous un giorno avverrà sul serio o no. Non abbiamo avuto modo di contattare Gennaro D’Auria per darvi una risposta certa, ma così, a naso, diremmo che attualmente gli hacktivisti anonimi sono impegnati anima e computer nel contrastare la chiusura di Megaupload, i potenti del copyright e tutto l’ambaradan che in questi ultimi giorni ha reso la rete Internet ancora più caotica di quanto non fosse prima. Facebook può attendere.

[Via | Neowin]