Microsoft fa bandire i device Motorola con Android dalla Germania
Durante gli ultimi giorni Microsoft ha ottenuto un’importante vittoria legale su Motorola Mobility che va a configurarsi come l’ennesimo colpo da parte della redmondiana a big G, alla be nota azienda statunitense impegnata in ambito mobile e, in primis, al sistema operativo Android.
La sentenza, firmata dal giudice Andreas Voss presso la Corte Regionale di Mannheim, fa infatti riferimento ad una violazione di brevetto che va a spianare la strada a Microsoft per agire contro Motorola Mobility.
Nello specifico, il brevetto finito nell’occhio del ciclone è quello siglato come EP0618540 e fa riferimento al file system FAT che viene utilizzato dai device prodotti e commercializzati da Motorola.
Come risultato dell’ingiunzione i dispositivi Motorola non potranno essere venduti sull’intero territorio della Germania.
L’ingiunzione, tuttavia, per poter essere effettivamente eseguita, necessita del pagamento, da parte di Microsoft, di 10 milioni di euro.
Soltando dopo il pagamento, che servirà da risarcimento se Motorola dovesse successivamente dimostrare che si è trattato di un’azione priva di merito, verranno messi al bando tutti i prodotti Android di Motorola.
La statunitense, inoltre, dovrà provvedere a risarcire i danni ma la relativa somma di denaro non è stata ancora resa nota.
Quindi, dinanzi alla sentenza in questione, a Motorola non restano molte scelte: o l’azienda provvederà a siglare la licenza offerta da Microsoft o, in alternativa, dovrà cambiare il file system che è attualmente in uso sui suoi device.
Ovviamente è molto probabile che Motorola presenti ricorso andando in tal modo a ritardare il blocco delle vendite.
Situazione di Motorola e di Android a parte appare opportuno sttolineare il fatto che la vicenda va inquadrata in un quadro ben più ampio entro il quale anche il mondo Xbox e quello di Windows risultano sotto attacco ed in attesa che si giunga a sentenza per quanto concerne i brevetti contestati, al contrario della vicenda in questione, dalla statunitense.
Photo Credits | Flickr
Via | Neowin