UE, Google dovrà cambiare privacy policy

Quando lo scorso marzo Google applicò delle sostanziali modifiche alla sua privacy policy facendo in modo che per gli utenti fosse sufficiente dare un unico consenso per poter trattare i dati provenienti da tutti i suoi servizi in molti espressero le proprie perplessità a riguardo.

Infatti se per Google la faccenda andava a configurarsi come un sistema mediante cui facilitare la vita a tutti i suoi innumerevoli utenti per altri, specie per l’Unione europea, la novità introdotta dal gran colosso delle ricerche in rete avrebbe potuto mettera a serio rischio la privacy degli internauti.

La disponibilità di numerosi dati potrebbe infatti permettere di riconoscere facilmente l’identità di qualcuno pur restando questa formalmente anonima.

In un secondo momento, tenendo conto di ciò, i garanti della privacy dell’UE chiesero a Google di sospendere il nuovo regolamento in attesa di una valutazione, una richiesta questa che venne ignorata da big G.

La questione è poi stata delegata alla CNIL (Commission Nationale de l’Informatique et des Libertés) che nel corso delle prossime ore provvederà, secondo le indiscrezioni, a denunciare Google per non aver informato adeguatamente i suoi utenti rispetto ai numerosi ed importanti cambiamenti apportati alla policy.

Secondo le informazioni attualmente in circolo, infatti, la CNIL dovrebbe annunciare, nel corso di una conferenza stampa da hoc, i risultati delle sue consultazioni insieme ai responsabili sulla protezione dei dati sensibili che sono stati nominati dagli altri paesi dell’UE.

A quanto pare Google ha violato la legge comunitaria ragion per cui la CNIL chiederà la riconfigurazione della policy secondo lo schema precedentemente adottato.

Google, tenendo conto di ciò, dovrà quindi fare un passo indietro e non è escluso che si ritrovi a dover fare i conti con un’eventuale sanzione.

Quale piega prenderà effettivamente la situazione al momento è difficile dirlo ma resta fermo il fatto che Google, dal canto suo, è sempre stata convinta che costruire un enorme archivio di dati raccolti da tutti i suoi servizi non violi quelle che sono le norme comunitarie andando, al contrario, a favore di tutti.