Foto che mostra il logo di AVG

AVG, ricerche degli utenti e cronologia potranno essere vendute

Nel corso delle ultime ore AVG ha provveduto a pubblicare una nuova policy per la privacy che entrerà in vigore a partire dal prossimo 15 ottobre.

Foto che mostra il logo di AVG

Attenendosi a quanto riportato nel nuovo documento la software house ha deciso di essere più trasparente e di chiarire quali informazioni saranno condivise con gli inserzionisti e quali invece no. La cosa, tuttavia, ha causato delle immediate proteste da parte delle associazioni che difendono la privacy degli utenti.

Foto che mostra l'app twitter aperta su iPhone

Twitter traccerà le app installate dagli utenti sullo smartphone

Nel corso delle ultime ore Twitter ha annunciato che ben presto inizierà a raccogliere le informazioni sulle applicazioni che gli utenti hanno scaricato sul loro smartphone a meno che ciò non venga negato in maniera esplicita dal proprietario dell’account sul social network e del dispositivo in uso. Detta in altri termini Twitter andrà automaticamente a curiosare all’interno dei device mobile dei suoi utenti in modo tale da poter conoscere meglio i gusti degli iscritti.

Foto che mostra l'app twitter aperta su iPhone

Allo stato attuale delle cose Twitter è in grado di conoscere le abitudini dei suoi utenti solo ed esclusivamente attraverso i loro tweet. Con la scelta fatta ora da Twitter il team del social network può invece andare a migliorare di gran lunga i consigli per i suoi iscritti relativamente a contenuti e persone da seguire.

Google Plus

Google+, adesso è possibile utilizzare gli pseudonimi

Google+, adesso è possibile utilizzare gli pseudonimi

Sin dalla sua nascita Google+, il social network del colosso delle ricerche in rete, si è distino dai competitors per alcune scelte operate da Google tra cui anche l’obbligo imposto agli utenti di utilizzare il nome reale al momento della registrazione. La scelta in questione venne fatta al fine di garantire l’esclusione dalla community di coloro che avrebbero preferito l’anonimato al dover “mettere la faccia”.

Tuttavia nel corso degli ultimi giorni qualcosa è cambiato: Google ha fatto dietrofront riguardo la decisione inizialmente presa sui nickname e mediante la pubblicazione di un apposito post sul social network ha infatti reso nota l’applicazione di una modifica radicale della policy in base alla quale d’ora in avanti sarà possibile registrarsi a Google+ anche scegliendo uno pseudonimo.

Al lancio di Google+, oltre tre anni fa, c’erano molte restrizioni sul nome da utilizzare per il profilo. Questo ha contribuito alla creazione di una community formata da persone reali, ma al tempo stesso ha escluso coloro che desiderano farne parte senza utilizzare il nome reale.

Chrome Web Store, no alle toolbar e alle estensioni multifunzione

Chrome Web Store, no alle toolbar e alle estensioni multifunzione

Chrome Web Store, no alle toolbar e alle estensioni multifunzione

Mediante un apposito post firmato dall’engineering director Erik Kay pubblicato sul blog ufficiale The Chromium Blog Google ha annunciato un importante aggiornamento alla policy che va a regolare la pubblicazione dei componenti aggiunti sul Chrome Web Store.

Tra le varie novità introdotte quella più importante ed interessante riguarda l’obbligo per tutte le estensioni di avere un’unica funzionalità in modo tale da poter permettere agli utenti di comprendere in maniera più semplice ed immediata il loro funzionamento.

Un’esperienza di navigazione semplice e veloce è sempre stata alla base di Chrome, fin dall’inizio. La semplicità è importante perché in passato i browser sono diventati sempre più complessi, con UI molto pesanti. Questo distrae dal contenuto della pagina Web, che invece dev’essere al centro di tutto.

Google Stars, spuntano nuovi ed interessanti dettagli

Google, 7 giorni per correggere i bug

Google 7 giorni per corregere vulnerabilità

D’ora in avanti a seguito della scoperta di gravi vulnerabilità su software e servizi altrui Google attenderà soltanto 7 giorni prima di comunicare pubblicamente il tutto.

I vendor avranno quindi a disposizione una settimana, a partire dalla notifica dell’avvenuta vulnerabilità, per poter rimediare agli errori fatti.

Trattasi di una nuova policy del protocollo di intervento di big G comunicata dall’azienda mediante la pubblicazione di un apposito post sul blog ufficiale e consequenziale alla volontà del colosso delle ricerche in rete di voler porre rimedio il prima possibile alle vulnerabilità andando dunque a garantire un maggior grado di sicurezza agli utenti.

Cercare di ridurre il più possibile il tempo di esposizione di una vulnerabilità zero-day è, secondo il team del gran colosso delle ricerche in rete, il modo migliore per minimizzare l’esposizione dell’utenza ai pericoli maggiori.

Google permette di cercare e trovare contenuti di Drive, Plus e Gmail

Google, nel mirino dei Garanti per la privacy UE

Google privacy europa

Sono ormai mesi e mesi che Google continua ad attirare l’attenzione dell’UE relativamente alla questione dati personali e privacy ma questa volta la situazione sembra esser divenuta ancor più seria che in passato.

Ricordiamo che la questione ha avuto origine lo scorso anno quando Google ha introdotto la cosiddetta policy unificata avente come obiettivo quello di permettere la gestione della privacy degli utenti su oltre 60 servizi e piattaforme made in Mountain View, una decisione questa che ha suscitato non pochi fastidi e preoccupazioni che hanno portato i Garanti a richiedere maggiori delucidazioni in tal senso.

La risposta di Google è stata tuttavia ritenuta tanto incompleta quanto insoddisfacente impedendo quindi l’eventuale raggiungimento di un buon compromesso.

Google accordo vicino Commissione Europea

Google e la privacy, le authority europee preparano un’azione repressiva

Google privacy Europa CNIL

L’accoppiata Google – privacy è stata più volte portata all’attenzione delle istituzioni e dei garanti in modo tale da poter individuare, nelle dinamiche attuate dal motore di ricerca di Mountain View relativamente al trattamento dei dati personali, eventuali pericoli per gli utenti.

A tal proposito, durante le ultime ore, la CNIL (Commission Nationale de l’Informatique et des Libertés) ha annunciato un incontro con le autorità europee che è stato fissato per il 26 febbraio.

In occasione di tale incontro saranno decise le eventuali sanzioni nei confronti di Google.

Al centro della questione c’è l’oramai celebre policy unificata, introdotta da big G lo scorso anno, che prevede, in sostanza, la creazione di un unico profilo per ogni utente mediante cui gestire tutti i servizi Google.

La questione è stata analizzata per diversi mesi dalle autorità e ad ottobre del 2012 l’UE ha chiesto a Google di fornire informazioni più dettagliate in merito alle pratiche ed alle tempistiche di archiviazione dei dati dagli internauti.

Google intesa antitrust europa

UE, Google ha 4 mesi per modificare la sua privacy policy

Google ultimatum UE privacy policy

Un paio di giorni fa si era iniziato a discutere nuovamente circa quelle che potrebbero essere state le evoluzioni relativamente alla questione Google, privacy policy rinnovata e decisioni e considerazioni dell’UE.

Stando a quanto emerso nel corso delle ultime ore la ben nota azienda di Mountain View, a seguito delle indagini del CNIL, è stata invitata dalla Commissione Europea a rettificare la propria privacy policy al fine di tutelare nel miglior modo possibile la privacy degli uetnti.

Nello specifico è stata inviata una lettera a Larry Page firmata dai garanti europei ed in cui sono presenti 12 punti dettagliati miranti a pilotare le modifiche che Google dovrà applicare alla sua privacy policy.

Nella lettera a Google viene chiesto di sviluppare notifiche informative sulla privacy su tre livelli, di sviluppare presentazioni interattive per poter esplorare facilmente i contenuti della privacy, di aggiungere ino più dettagliate in merito all’utilizzo dei dati con impatto significativo sugli utenti, di rendere accessibile i dati da mobile e di assicurarsi che gli utenti passivi vengano correttamente informati.

Google Q4 2012

UE, Google dovrà cambiare privacy policy

Google policy privacy CNIL

Quando lo scorso marzo Google applicò delle sostanziali modifiche alla sua privacy policy facendo in modo che per gli utenti fosse sufficiente dare un unico consenso per poter trattare i dati provenienti da tutti i suoi servizi in molti espressero le proprie perplessità a riguardo.

Infatti se per Google la faccenda andava a configurarsi come un sistema mediante cui facilitare la vita a tutti i suoi innumerevoli utenti per altri, specie per l’Unione europea, la novità introdotta dal gran colosso delle ricerche in rete avrebbe potuto mettera a serio rischio la privacy degli internauti.

La disponibilità di numerosi dati potrebbe infatti permettere di riconoscere facilmente l’identità di qualcuno pur restando questa formalmente anonima.

In un secondo momento, tenendo conto di ciò, i garanti della privacy dell’UE chiesero a Google di sospendere il nuovo regolamento in attesa di una valutazione, una richiesta questa che venne ignorata da big G.

Microsoft vieta Mac e iPad ai suoi dipendenti

Microsoft vieta Mac iPad dipendenti

Di certo non ha molto senso occuparsi della produzione di un dato prodotto se poi nella pratica abituale si è soliti ricorrere all’impiego di quanto realizzato dalla concorrenza e, sicuramente, è proprio questo il ragionamento che, nel corso degli ultimi giorni, è stato fatto dai vertici della Microsoft prendendo poi la decisione di vietare l’acquisto e l’utilizzo di device Apple ai propri dipendenti della divisione Sales, Marketing, Services, IT & Operations Group (SMSG), costituita da oltre 46.000 lavoratori in tutto il mondo, o, quanto meno, di farlo sfruttando il denaro dell’azienda.

A render nota la notizia è stato ZDNet che ha provveduto a pubblicare un’e-mail trapelata dal giornalista Mary Jo Foley contenente tutta una serie di precise indicazioni a cui, d’ora in avanti, il gruppo dovrà attenersi.