Tim Cook non avrebbe voluto iniziare la battaglia legale contro Samsung

Se qualche anno fa alla guida di Apple ci fosse stato Tim Cook, l’attuale CEO di Cupertino, molto probabilmente la famosa “guerra termonucleare” contro il mondo Android e le continue “scaramucce” con Samsung non avrebbero mai avuto origine.

È esattamente questo quel che si apprendere dal lungo articolo pubblicato su Reuters che mira ad analizzare la partnership, oramai storica, tra Apple e Google, sino a qualche tempo fa alleate ed ora acerimme nemiche per quanto riguarda l’insidioso mercato smartphone.

Nell’articolo di Reuters vengono riportate alcune dichiarazioni anonime che, a quanto pare, sarebbero state rilasciate proprio pochi mesi prima della morte si Steve Jobs e che vanno a tracciare uno scenario del tutto inedito per Apple.

Tim Cook, il successore di Steve Jobs al ruolo di CEO, si è opposto sin da subito alle cause contro Samsung per il ruolo critico dell’azienda come fornitore di componenti per iPhone e iPad, così come riportato da persone informate. Apple lo scorso anno ha acquistato oltre 8 miliardi di componenti da Samsung, così da stime degli analisti.

Sembra infatti che Steve Jobs, negli ultimi tempi, fosse intenzionato, a qualsiasi costo, a distruggere Android e la sudcoreana.

Cook pare però che abbia cercato di ostacolare questo percorso poichè convinto di non voler incrinare il rapporto produttivo che legava Apple e Samsung.

Le due aziende collaborano infatti da più di dieci anni, prima con gli schermi dei portatili, poi con i display degli iDevice e, in tempi più recenti, con la produzione dei SOC personalizzati da Apple.

Tim Cook, è però opportuno sottolinearlo, all’epoca si occupava dei rapporti con i fornitori terzi e il mercato non era così vario così come invece lo è adesso ragion per cui soltanto Samsung avrebbe potuto garantire la produzione dei chipset A4 e dei pannelli Retina.

La presunta volontà di Tim Cook, quindi, deve essere intesa come un tentativo di salvaguardia della sopravvivenza della stessa Apple.

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