Quotidiani online e Web 2.0: accostamento impossibile?

Con la sempre maggiore diffusione di internet nelle case, i quotidiani e la carta stampata più in generale hanno dovuto in qualche modo relazionarsi con il grande mondo del Web.
Internet è una grande realtà, che va sfruttata e il cui sviluppo non deve (e non può) essere assolutamente ostacolato. Qualcuno l’ha capito prima, altri ci hanno messo un po’ più di tempo, fatto sta che la maggior parte dei quotidiani italiani ora ha un sito web ed offre ai visitatori la possibilità di leggere articoli direttamente online.

i siti web di “La Repubblica”, “Il Corriere della Sera”, “La Gazzetta dello Sport”, “Il Sole 24 Ore”, “Corriere dello Sport”, sono stabili nella Top 100 (dati Alexa) dei siti più visitati d’Italia, e ciò significa che una grossa parte dei navigatori condivide particolarmente l’idea di poter leggere le notizie del giorno direttamente dal Web.
Ma soffermiamoci un attimo ad analizzare “come” sono strutturati i siti web dei quotidiani:



Sapete bene che il “Web 2.0” di cui tanto si parla ha alla base un concetto di “social“, di interazione tra sito e utente, tra autore e lettore, tra lettore e lettore.
Non a caso, quando parliamo di applicazioni e siti Web “2.0” ci riferiamo a Facebook, a Myspace, a YouTube, ai Blog, a Twitter o ai Wiki, e non certamente ai siti statici che fino agli anni ’90 popolavano internet.
La condivisione, intesa in senso lato come condivisione di materiale multimediale, di opinioni e pensieri, è alla base di tutti i meccanismi che attualmente regolano il Web.

Bene, e possiamo parlare di “Web 2.0” quando osserviamo il sito web di un quotidiano?
Escludendo per un attimo i quotidiani sportivi, in cui è possibile commentare gli articoli, nessuna delle altre testate permette di inserire commenti ed opinioni ed ha alle spalle un concetto di community adeguato. Ma questo perchè se fino ad oggi creare una community si è sempre rivelata una scommessa vincente?

Forse perchè non basta abilitare i commenti,e (opinione personale) perchè su certi fatti di cronaca, politica ed economia, i giornali e i giornalisti preferiscono non avere opinioni e punti di vista contrastanti i loro. Da una parte posso essere d’accordo perchè certe volte i commenti sono scritti senza alcun criterio logico, dall’altra invece ho qualche dubbio e avanza in me l’idea di una sorta di, utilizzando un’iperbole, “rifiuto al dialogo”.
I giornali, al pari con la TV, sono ancora oggi il mezzo di comunicazione più diffuso. Da più di 200 anni orientano l’opinione comune verso l’una o l’altra convinzione, e non hanno mai dovuto fare i conti con un faccia a faccia diretto, con un botta e risposta immediato con i loro lettori. Fino a qualche anno fa anche se non condividevi un’ idea, non avevi modo di manifestarla agli altri lettori. Oggi questa possibilità c’è, ma nessuno sembra intenzionato a sfruttarla appieno. Le perplessità in merito sono molte, e quotidiani che hanno intrapreso la via del “Web 2.0” ancora non ce ne sono.

C’è chi dice che la forza di un quotidiano non sta nel numero di utenti iscritti alla community ma nella validità dei contenuti, altri pensano che i giornali non si sono ancora accorti delle vere potenzialità, anche economiche, che una community può offrire.
Voi dove vi schierate? cosa ne pensate?