Trovato il modo di decriptare facilmente informazioni cifrate

Un brivido deve aver scosso i produttori dei sistemi operativi e software di sicurezza alla notizia diffusa dall’università di Princeton. Infatti Edward W.Felten, direttore del Center for Information Tecnhology Policy ha raccontato di essere riuscito con il suo gruppo di ricercatori a rubare i dati crittografati memorizzati in vari tipi di elaboratori.

Quando i computer vengono spenti i dati contenuti nella memoria volatile chiamata Dram non svaniscono subito, ma possono rimanere anche per diversi minuti. “Intervenendo in questa fase con un sistema di raffeddamento ad azoto liquido, cioè a meno 169 gradi centigradi è possibile mantenere vive le informazioni per ore e collegandosi con un programma opportuno per trasferirle.


Oppure si può prelevare il chip ghiacciato e leggere il suo contenuto su di un altra macchina”. I ricercatori inoltre utilizzano nell’operazione un software in grado di identificare le chiavi di sicurezza con le quali le informazioni sono state codificate. Questi ricercatori scrivono di essere riusciti a compromettere le informazioni cifrate archiviate che utilizzano sistemi operativi Windows, Machintos e Linux, anche se le ricerche sono finalizzate a rendere più sicuri i sistemi informatici americani.

Oramai tutto deve essere crittografato per salvaguardare le informazioni che si usano per il lavoro. La frontiera più avanzata è legata all’individuazione dei numeri primi utilizzati per mascherare il contenuto di un messaggio. La Electronic Frontier Fondation americana ha addirittura bandito premi da 50 a 250 mila dollari riservati a chi ne scopre di nuovi, alla fine del 2006 due scienziati riuscirono a trovare un numero primo formato da 9.808.358 cifre. In sostanza più elevato è il numero, più impenetrabile diventa l’algoritmo che lo utilizza e quindi maggiore è la protezione.