Tredicesima dei dipendenti pubblici

La bufala Facebook sullo slittamento della tredicesima dei dipendenti pubblici 2020

La notizia virale del giorno si concentra sul possibile slittamento per la tredicesima dei dipendenti pubblici 2020, con appuntamento fissato non prima di aprile 2020. Si tratta di un’immagine tratta apparentemente da Il Sole 24 Ore, con cui su Facebook ha preso piede l’indiscrezione relativa ad una nuova decisione del governo. In pratica, circa cinque miliardi pare siano destinati alle famiglie più bisognose, con un rinvio per chi tra poche settimane attende la solita mensilità extra.

Tredicesima dei dipendenti pubblici
Tredicesima dei dipendenti pubblici
Nutella fondente

Una variante della Nutella fondente in Italia: la cocoa Ferrero crea confusione

Una semplice condivisione Facebook, a quanto pare, sta creando molta confusione a proposito del presunto arrivo della Nutella fondente anche qui in Italia. Un progetto, quello di Ferrero, che in realtà non esiste per il nostro Paese, con un malinteso che sostanzialmente coinvolge anche il prodotto stesso. Per farvela breve, l’ennesima bufala di questo 2020, che sui social accompagna quelle di personaggi famosi passati a miglior vita, come osservato con alcuni nostri articoli dei mesi scorsi.

Nutella fondente
Nutella fondente
Screenshot di GrabMe Generali Italia

GrabMe, la smentita e la trovata di Generali Italia

Qualche giorno fa qui su Geekissimo abbiamo pubblicato un post in cui parlavamo  dell’esistenza di GrabMe, un’app ideata da un hacker svedese per offrire ai ladri un sistema più semplice mediante cui svaligiare abitazioni sfruttando la geolocalizzazione ed i dati condivisi dagli utenti sui servizi di social networking. A distanza di qualche giorno le idee a riguardo risultano più chiare.

Screenshot di GrabMe Generali Italia

GrabMe, in realtà, non esiste… e per fortuna, è il caso di aggiungere! Trattasi infatti di una bufala diffusa dal brand Generali Italia che ha provveduto a diffondere un apposito video mediante cui ha fatto chiarezza a riguardo. “Ma perché mai?” vi starete chiedendo, beh, la riposta è più semplice di quel che si possa pensare: per cercare di sensibilizzare le persone sul tema della privacy online e sulla protezione della casa e degli affetti.

Immagine di un uomo con un MacBook che fa ricerche su Google

Google, ecco l’algoritmo che scova le bufale

Cercare di fare scorpacciate di click, pratica altrimenti definita come click baiting, diffondendo notizie false, le cosiddette bufale, con il solo scopo di aumentare il numero di visitatori verso uno specifico sito web è ormai diventata una pratica ben consolidata. Consapevole della cosa ed al fine di porre un punto alla questione Google ha però fatto sapere di aver messo a punto un nuovo algoritmo che a seconda dei casi va a premiare o penalizzare i siti web in base all’attendibilità dei contenuti che pubblicano.

Immagine di un uomo con un  MacBook che fa ricerche su Google

Il nuovo algoritmo si chiama Knowledge-Based Trust ed entrerà in vigore a partire dal prossimo 21 aprile. L’algoritmo sfrutta le informazioni di Knowledge Vault, una grande base di dati scaricati dalla rete, già archiviati dal motore di ricerca e considerati ragionevolmente attendibili. Le pagine web che conterranno informazioni contraddittorie rispetto a Knowledge Vault verranno automaticamente penalizzate.

Facebook non ha intenzione di chiudere WhatsApp

Facebook non ha intenzione di chiudere WhatsApp

Da alcune ore a questa parte circola senza sosta una notizia che ha destato l’attenzione di tutti e messo in allarme molti: la chiusura di WhatsApp.

Partendo dalla premessa che ciò non accadrà, nè oggi nè prossimamente, tutto ha avuto inizio nella giornata di ieri quando il Daily Mail ha rilanciato la notizia riguardante la rimozione della funzione chat dall’app mobile di Facebook parlando dell’obbligo, per tutti gli utenti iscritti al social network, di doversi servire dell’app Facebook Messenger per chiacchierare con gli amici dallo smartphone. A trarre in inganno è stato però il titolo che partiva con “What’sApp with that?”. Da li il caos… nonostante il contenuto dell’articolo in questione non avesse nulla a che vedere con la nuova compera di Facebook.

Più quotidiani, compresi quelli italiani, hanno quindi cominciato a scatenarsi prendendo un clamoroso granchio sulla presunta chiusura di WhatsApp.

Super Wi-Fi gratuito Stati Uniti

Gli Stati Uniti e il super Wi-Fi pubblico e gratuito

Super Wi-Fi gratuito Stati Uniti

Già da diverse ore a questa parte impazza in rete, e non solo, la notizia, originariamente diffusasi per mezzo di un articolo pubblicato online dal Washington Post, secondo cui la Federal Communications Commission statunitense è attualmente impegnata nel promuovere l’installazione di reti Wi-Fi gratuite in tutte le città in terra a stelle e strisce in modo tale da dare origine ad un super network Wi-Fi, tanto potente quanto esteso, che i consumatori potranno servirsene per fare telefonate, ovviamente in VoIP, e navigare in internet senza pagare alcuna bolletta mensile.

Quella che a tratti potrebbe sembrare una bufala bella e buona è, in effetti, il frutto di un pezzo contente non poche semplificazioni da cui scaturisce una sorta di favola utopica basata però su informazioni e considerazioni reali.

Infatti, le reti super Wi-Fi saranno si installate ma, diversamente da quanto appreso dal Washington Post, avranno un costo per tutti, nessuno escluso.

Il super Wi-Fi a cui viene fatto riferimento è infatti quello che dovrà nascere dalla regolamentazione dell’utilizzo dei white space, ovvero le porzioni di spettro elettromagnetico assegnato alle trasmissioni televisive e che al momento risultano inutilizzate.

Google intesa antitrust europa

Google, ICOA e la falsa acquisizione

Google acquisizione ICOA

Il fatto che Google sia intenzionata, in un modo o nell’altro, a prendere parte alla già folta schiera dei provider internet non è sicuramente una novità.

Tempo fa, infatti, big G ha iniziato a portare la fibra ottica in alcune zone scelte degli Stati Uniti presentando poi, all’inizio di quest’estate, i propri piani tariffari.

Nel corso delle ultime ore è stata poi diffusa in rete la notizia inerente la volontà di Google di investire ben 400 milioni di dollari, oltre 308 milioni di euro, per acquisire ICOA, un’azienda statunitense che mette a disposizione circa 1500 hotspot wireless sparsi in ben 45 stati.

La strana storia di “The Huffington Post” e iTablet di Apple

itablet

Su “The Huffington Post” è apparso un post che ha scatenato un modesto chiacchiericcio sulla rete. L’autore del post, Gerald Sindell, sostiene di aver testato iTablet di Apple per 24 ore dietro concessione della stessa Apple.

La descrizione del test fa pensare che si tratti di uno scherzo, anche se non è mai esplicitamente dichiarata la falsità dei fatti, neanche a distanza di qualche giorno e numerose illazioni che ne sono venute fuori.

Gli elementi evidenziati da Gerald Sindell sono grotteschi. Il supposto iTablet di Apple con cui l’autore ha giocato ha uno schermo di 10 pollici ed un sistema operativo completamente multitouch. Descrive una serie di nuove gestures strampalate, come la full hand gesture, ovvero l’intero palmo della mano sullo schermo e ruotare per ottenere diversi risultati.