RapidShare, il tribunale tedesco e l’applicazione dei filtri preventivi

RapidShare filtro file

Durante le ultime ore, a causa dell’insoddisfazione degli sforzi compiuti da RapidShare, il ben noto servizio di hosting remoto, nel mettersi d’accordo con i detentori di copyright, è giunta, direttamente dalla Germania, una sentenza che va a modificare in maniera radicale, o quasi, la modalità mediante la quale lo share-hosting viene visto dalla legge.

Secondo tale sentenza, resa nota dall’Alta Corte regionale di Amburgo, viene infatti comunicato che, non dovranno essere più i detentori del copyright a passare al setaccio i file depositati dagli utenti ma saranno invece i provider del servizio oggetto dell’attenzione ad avere il compito di tenere costantemente sotto controllo ciò che gli internauti scelgono di caricare sui loro server.

SABAM e Netlog: la Corte UE dice no ai filtri P2P sui social network

Netlog no filtri P2P

La SABAM, la Società degli Editori Belga, è stata soggetta, nel corso delle ultime ore, ad una nuova sconfitta contro il ben noto social network Netlog ed anche contro il P2P.

La Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha infatti stabilito che, nella causa che vede coinvolta la SABAM e Netlog, il gestore di una rete sociale in linea non può essere costretto a predisporre un sistema di filtraggio generale, riguardante tutti i suoi utenti, per prevenire l’utilizzo illecito di opere musicali e audiovisive, diversamente da quanto sostenuto dalla Siae del Belgio che aveva accusato il celebre social network di non fare nulla per impedire lo scambio dei file protetti da copyright tra i suoi utenti.

La vicenda, nel dettaglio, ha però inizio nel 2009, ovvero quando i vertici di SABAM trascinarono Netlog NV dinanzi al Tribunale di primo grado di Bruxelles ove la collecting society chiedeva un’ingiunzione per costringere il social network ad interrompere immediatamente le attività di condivisione di contenuti audio e video sui profili degli utenti.

La Corte UE dice no ai filtri per il file sharing illegale

La UE respinge l'imposizione dei filtri anti-pirateria a tutti gli ISP

Gli internet provider non potranno effettuare procedure atte ad impedire gli utenti di accedere ai canali per la condivisione di file anche qualora queste dovessero risultare utili per impedire il file sharing illegale: è esattamente questo quanto stabilito da una recente sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europa.

Il principio espresso appare abbastanza chiaro: anche se la tutela della proprietà intellettuale va a configurarsi come un aspetto fondamentale questo non può far si che vengano escluse altre priorità e, in particolare, tale tutela deve essere bilanciata con quella di altri diritti fondamentali.

La sentenza, nello specifico, fa seguito ad una denuncia, risalente al 2007, presentata presso la Corte della Sabam (società degli editori, compositori e produttori belga) con l’intenzione di estendere a tutti gli ISP del paese dei filtri imposti in sede legale alla Scarlet Extension SA, il provider autore dell’attuale ricorso alla Corte Europea.

Telecom Italia applicherà filtri P2P alle linee ADSL

Brutte notizie per i downloader più incalliti ed in generale per chi, principalmente, utilizza la propria linea ADSL per scaricare dalle reti peer to peer (P2P) o da programmi di file sharing (come eMule giusto per citare il più famoso). Con un comunicato stampa diramato alcuni giorni fa, Telecom Italia avvisa tutti i consumatori circa le novità che si appresterà a mettere in pratica per la gestione dei servizi ADSL offerti a tutti i propri clienti.

Prima di leggere l’intero comunicato, la principale azienda italiana di telecomunicazioni applicherà dei filtri P2P per limitare il consumo di banda a coloro che ne fanno un uso eccessivo per garantire a tutti i clienti un servizio e una stabilità continua senza interruzioni o blocchi.