Le acquisizioni eseguite di recente da Google, così com’era facilmente prevedibile, hanno iniziato a far tremare il mercato del web e, naturalmente, anche dei motori di ricerca spingendo quindi Aol a voler compiere il grande passo: la fusione con Yahoo!.
Le prime manovre di avvicinamento avevano avuto luogo già un anno fa quando Tim Amstrong, amministratore delegato di Aol, aveva iniziato a proporre l’eventualità di una fusione tra le due aziende a Carol Bartz, Ad di Yahoo!, che aveva però elegantemente rifiutato.
Ora la situazione sembrerebbe essere ben diversa ed Armstrong, conseguenzialmente al recente allontamento di Bartz, ha visto aprirsi un nuovo spiraglio e, onde evitare di lasciarsi sfuggire l’interessante occasione, ha subito provveduto a pianificare il processo di fusione commissionando dei consulenti esterni al fine di valutare la possibilità di combinare le due aziende coinvolte.
Stando però al progetto di Armstrong il processo di fusione risulterebbe ben più articolato di quanto possa sembrare: non sarà Aol che provvederà ad acquistare Yahoo! ma sarà invece proprio quest’ultima che andrà a rilevare il ben noto internet service provider permettendo la fusione delle due società.
Armstrong, a questo, punto, diverrebbe CEO della nuova azienda risultante dalla fusione che, inoltre, stando alle recenti dichiarazioni dell’Ad di Aol, dovrebbe presentare le dimensioni necessarie per riuscire a tener testa tanto a Google quanto a Facebook.
Contrariamente a tutto ciò altre fonti sostengono però che Yahoo!, allo stato attuale delle cose, non sia effettivamente interessata al processo di fusione a causa della differenza di dimensioni tra le due società (Yahoo! in borsa ha un valore pari a 18 milioni di dollari, Aol vale 1,6 milioni di dollari e continua a perdere valore).
Quali saranno le effettive prossime manovre delle due società e, sopratutto, quale sarà il destino di Aol non risulta ancora chiaro ma appare comunque evidente l’intenzionalità di Armstrong.
#1merovingio
Il risultato della fusione sarà: yahaool
Preoccupanti tutte queste fusioni. Abbinate alla crisi economica significa: fondersi per condividere i costi e non fallire