Passata la “sbronza” per le novità presentate alla conferenza F8, si torna a parlare di Facebook come una minaccia per la privacy degli utenti. L’accusa questa volta è di quelle pesanti: secondo l’esperto di tecnologia Dave Winer e l’imprenditore Nik Cubrilovic, Facebook userebbe i cookie per spiare gli utenti anche dopo la disconnessione dal sito riuscendo a scoprire tutti i siti che essi visitano.
L’unico modo per proteggersi dall’occhio impiccione di Facebook sarebbe quello di cancellare i cookie ogni volta che si visita il social network, ma forse, per nostra fortuna, l’allarme potrebbe essere troppo esagerato rispetto alla reale attività dei “biscottini” lasciati da Facebook sul PC.
Saputa della nuova polemica, Mark Zuckerberg e i suoi hanno risposto prontamente all’accusa di spiare gli utenti dicendo che “Facebook non traccia gli utenti mentre navigano sul Web” ma usa i suoi cookie e i suoi plug-in per fornire dei contenuti personalizzati (es. visualizzare i Mi Piace messi dagli amici sui vari siti Internet). Tutte le informazioni vengono cancellate e rese anonime entro 90 giorni – assicurano da Facebook – e non vengono usate in alcun modo per scopi pubblicitari.
Entrando nello specifico dei cookie che funzionano anche dopo la disconnessione da Facebook, i dirigenti del popolare social network si discolpano dicendo che questi ultimi vengono usati per sicurezza e protezione. Essi permetterebbero, infatti, di “identificare spammer e phisher, riconoscere accessi non autorizzati agli account, aiutare a rientrare negli account hackerati, disabilitare la registrazione per i minorenni che provano a falsificare la loro età” e altro ancora.
Insomma, Facebook dichiara di non spiarci ma ammette la presenza di super-cookie un po’ troppo impiccioni che sì, un po’ seguono le nostre attività, si impicciano dei siti che visitiamo ma lo fanno solo a fin di bene. Com’è umano lei, Signor Facebook.
Via | ZDNet
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