Nel corso di un’intervista rilasciata a Forbes, il fondatore e CEO di Dropbox, Drew Houston, ha svelato un clamoroso retroscena secondo il quale nel 2009 Steve Jobs tentò di acquistare Dropbox per trasformarlo in quello che ora è diventato iCloud.
Il recentemente scomparso CEO di Apple invitò Houston e il suo socio Arash Ferdowsi a Cupertino, dove tra una tazza di tè e qualche chiacchiera venne fuori che Jobs era pronto ad offrire una cifra ad otto zeri per avere Dropbox. Cifra che però venne rifiutata dai due giovani imprenditori (all’epoca Houston aveva 26 anni) convinti della bontà del loro progetto.
La trattativa durò quanto quella tazza di tè sorseggiata da Jobs. Houston voleva creare una grande azienda indipendente e non voleva dare la sua creatura (da Jobs definita una “feature” più che un prodotto) in pasto ai colossi del mondo informatico, al punto che rifiutò anche un secondo invito che Jobs gli fece per intavolare la trattativa di acquisizione di Dropbox.
Cosa è successo dopo è sotto gli occhi di tutti. Anziché essere una “feature” di iOS o Mac OS X, ora Dropbox è uno dei servizi cloud più amati ed utilizzati al mondo; è multipiattaforma; indipendente e maledettamente remunerativo. Secondo gli ultimi dati pubblicati dall’azienda, Dropbox ha raggiunto 45 milioni di utenti attivi con la prospettiva di triplicare questo numero entro un anno.
Questi risultati le hanno consentito di ricevere, da quando è nata fino ad oggi, 257,2 milioni di dollari di finanziamenti risultando una delle aziende più floride e vivaci di un’America in piena crisi. Proprio come Apple, i casi del destino.
Via | Napolux
#1Bong
Per fortuna che Dropbox non è caduto in mano loro,non oso immaginare come lo avrebbero rovinato.