LulzSec, arrestati 5 membri grazie alla collaborazione con l’FBI del loro ex leader

L'FBI arresta 5 membri di LulzSec grazie alla collaborazione di Sabu

Stando a quelle che sono le informazioni che, nel corso delle ultime ore, hanno iniziato a fare il giro dell’intero web Hector Xavier Monsegur, meglio conosciuto con il nickname di Sabu, ovvero l’ex leader del gruppo di hacktivisti denominato LulzSec, sarebbe diventato un collaboratore dell’FBI e le sue più recenti rivelazioni avrebbero permesso la cattura di ben cinque uomini sospettati finiti direttamente nelle mani delle forze dell’ordine durante un’operazione di polizia internazionale.

L’operazione, nel dettaglio, stando a quelli che sono gli ultimi dettagli attualmente disponibili, sarebbe riuscita grazie alle informazioni fornite dall’ex leader del gruppo di hacktivisti che, arrestato mesi addietro poichè riconosciuto colpevole di ben 12 differenti attacchi informatici tra cui risultano compresi anche quelli verso PayPal, Sony, CIA, avrebbe poi accettato di collaborare con gli agenti federali statunitensi al fine di rendere quanto meno lunga possibile la sua permanenza in galera.

Megaupload, Kim Schmitz difende se stesso e il suo impero

 Kim Schmitz

Sono trascorsi poco più di dieci giorni da quando Kim Schmitz, il fondatore dell’impero Megaupload, è stato scarcerato su cauzione ottenendo nuovamente la sua libertà seppur sottoposta ad alcune limitazioni, almeno per il momento.

La libertà di Dotcom non sembrerebbe però essere stata cosa gradita alle autorità di Washington che, così come dichiarato, preferirebbero vedere il fondatore di Megaupload nuovamente dietro le sbarre, una richiesta questa che è però stata negata dal giudice.

Frattanto, comunque, Dotcom ha già avuto modo di rilasciare alcune interviste nelle quali, nonostante sia atteso l’esito del processo contro Megaupload, è apparso come tutt’altro che arrendevole.

Dotcom, infatti, ha fatto sapere che durante i giorni passati in cella ha avuto modo di riflettere attentamente sulla vicenda giungendo, infine, ad una precisa conclusione: “non possono vincere”.

L’Interpol e l’operazione contro Anonymous: arrestati 25 hacker

Così come reso noto da un recente comunicato ufficiale, l’Interpol, nel corso delle ultime ore, ha portato a segno una nuova missione che si aggiunge ai già numerosi capitoli degli scontri tra hacker ed autorità internazionali: l’arresto di ben 25 presunti protagonisti delle iniziative firmate da Anonymous.

Si tratta, nel dettaglio, della cosiddetta Operation Unmask che ha avuto luogo sia in Europa sia in Sud America e, per la precisione, in Spagna, Argentina, Cile e Colombia.

Gli arrestati, tutti aventi un’età compresa tra i 17 e i 40 anni, tra cui risulterebbero presenti anche i presunti capi delle operazioni di Anonymous in Spagna e in America Latina e dei quali sono stati comunicati soltanto le iniziali ed i nickname, sono stati accusati di aver pianificato cyber-attacchi contro siti web istituzionali dei partiti spagnoli, della presidenza colombiana, del ministero della difesa di Bogotà e molti altri ancora.

Il fondatore di Megaupload è stato scarcerato su cauzione

Kim Schmitz, il fondatore dell’impero Megaupload meglio conosciuto come Kim Dotcom, è stato scarcerato, nel corso delle ultime ore, previo versamento di una cauzione.

Messo in carcere dopo il blitz condotto dall’FBI per l’oramai ben nota questione Megaupload e per la violazione dei diritti d’autore ad essa relativa, era stato arrestato in Nuova Zelanda circa 30 giorni addietro ed al terzo tentativo attuato dai suoi legali Schimtz è riuscito ad ottenere nuovamente la libertà.

Infatti, dopo che i beni di Schimtz sono stati posti completamente sotto sequestro, i giudici hanno ritenuto che la misura detentiva adoperata non fosse più proporzionata e, inoltre, secondo quanto disposto dalla Corte l’accusa non sarebbe stata in grado di dimostrare chiaramente che l’imputato sia in possesso di ulteriori proprietà nascoste alle indagini degli inquirenti.

Un’anziana di 75 anni taglia un cavo di fibra ottica, spegne internet in Georgia e Armenia, e viene arrestata

Un’anziana di 75 anni è stata recentemente arrestata dalla polizia georgiana per aver provocato un blackout di internet in Georgia e nella vicina Armenia. Secondo AFP la pensionata donna era alla ricerca di rottami metallici, con l’intenzione di rubarli, quando ad un tratto è inciampata su un cavo di fibra ottica.

Il cavo, una volta tranciato dalla donna, ha provocato un blackout di internet nelle due nazioni dell’Est Europa, la Georgia e l’Armenia, costringendo tutti gli utenti Internet di entrambi i Paesi a perdere la propria connessione. L’anziana settantacinquenne è stata arrestata dalle autorità georgiane accusata di danneggiamento di proprietà. Rischia fino a tre anni di carcere se condannata.

Zurab Gvenetadze, portavoce del ministero dell’Interno georgiano, in un’intervista telefonica a Tblisi ha affermato che la donna “è stata temporaneamente rilasciata a causa della sua vecchiaia. Sarà interrogata nuovamente e dovrà affrontare l’accusa“.