Guida: come installare KDE su Ubuntu 11.04 Natty Narwhal


Con l’uscita di Ubuntu 11.04 vi siete convinti a provare una distro Linux per la prima volta nella vostra vita. Il sistema operativo del pinguino vi incuriosisce, vi affascina la possibilità di avere a disposizione un mucchio di programmi gratis che hanno poco (o nulla) da invidiare alle loro controparti commerciali, ma l’interfaccia utente del nuovo Ubuntu – quella Unity che tanto ha fatto discutere – proprio non vi va a genio.

Avete perfino provato a seguire la nostra guida su come disabilitare Unity e usare Gnome ma anche in questo caso gli esiti non sono stati tra i più felici: trovate Gnome troppo scarno e privo di appeal. Beh, sappiate che non siete i soli e, proprio per questo, oggi abbiamo deciso di proporvi una guida su come installare KDE su Ubuntu 11.04 Natty Narwhal.

Cos’è KDE? KDE è un altro ambiente desktop per sistemi Linux decisamente più sofisticato e carino da vedere rispetto a Gnome e Unity. Inoltre, il suo “look and feel” è molto simile a quello dei vari Windows 7 e Vista, facilitando così la vita a chi prova per la prima volta il sistema operativo del pinguino e non vuole subire traumi per il passaggio da un ambiente di lavoro all’altro. Tutti i (pochi) passi da seguire per installarlo, li trovate qui sotto.

Oxygen-Refit, 868 icone gratis in stile KDE

“Piatto ricco mi ci ficco”, recita un vecchio adagio. Se oggi volete onorarlo, lasciate sciolte le vostre briglie e ficcatevi in questo ricchissimo set di icone gratis che stiamo per proporvi: Oxygen-Refit, che come molti di voi avranno notato guardando le immagini di anteprima a corredo del post, è ispirato alle icone di KDE, uno degli ambienti desktop più amati del mondo del software libero.

Oxygen-Refit è distribuito sotto licenza GNU Lesser General Public License ed è composto dalla bellezza di 868 icone, grazie alle quali potrete personalizzare ogni più minuscolo angolo della vostra scrivania virtuale: dalle applicazioni, cartelle, dispositivi hardware di qualsiasi genere, file multimediali, documenti, archivi e chi più ne ha più ne metta.

Vistar7: trasformare il look di KDE in quello di Windows 7

vistar7 windows 7 kde

Lo sappiamo, calma. Alcuni di voi saranno stati colti dalla sindrome del gatto imburrato non appena letto il titolo di questo post, ma è inutile negarlo: il look di Windows 7 è più che gradevole ed averlo su sistemi operativi diversi da quelli fabbricati in quel di Redmond potrebbe far piacere a moltissimi utenti.

Eccoci quindi pronti a segnalarvi il nuovo Vistar7, un transformation pack in grado di trasformare il look di KDE in quello di Windows 7. Il suo autore raccomanda di non utilizzarlo su sistemi produttivi, quelli che si usano tutti i giorni per lavorare e fare i propri porci comodi. Ma chi resiste dal provarlo almeno una volta?

Windows 7 o KDE 4?

Anche se molti utenti hanno visto nella super taskbar di Windows 7 un tentativo abbastanza malcelato da parte di Microsoft di “prendere spunto” dalla barra dock di Mac OSX, coloro che hanno avuto modo di provare l’ambiente desktop grafico KDE 4 (per sistemi Unix) hanno trovato Seven molto più simile a quest’ultimo che al sistema Apple.

Opinioni, nulla di più. In fondo basta aver provato diversi sistemi operativi nel corso dell’ultimo decennio per sapere che – in maniera più o meno esplicita – “scopiazzature” ce ne sono da una parte, dall’altra, e da un’altra ancora. Ad ogni modo, quello di cui vogliamo parlarvi oggi è un simpatico “esperimento” messo in atto dai ragazzi di ZDNet Australia, i quali hanno intervistato alcuni passanti, a Sidney, mostrando loro un’improbabile versione di anteprima di Windows 7 (in realtà una distro Linux con KDE 4). I risultati? Scopriteli insieme a noi grazie al video che segue.

KDE 4.2, un bel passo avanti

Il desktop è servito! Finalmente è stata ufficializzata la release 4.2 di KDE che per i molti insoddisfatti dalla precedente, con l’amaro in bocca di una beta, segnerà la scelta fra questo ambiente grafico ed il “rivale” GNOME.

Questa versione, promettono i progettisti, è destinata a soddisfare i bisogni e le lamentele degli utenti finali che hanno necessità non solo di un ambiente piacevole ma anche funzionale e sopratutto funzionante! La precedente esperienza, con la versione 4.0 e poi 4.1, lasciava molto a desiderare, non tanto per l’aspetto o la funzionalità quanto però, lamentavano gli utenti, al fatto che l’ambiente dava l’idea di trovarsi di fronte alla sperimentazione per una futura release, tanto che lo stesso padre di Linux, Linus Torvalds, si disse a suo tempo molto insoddisfatto della “brutta esperienza”.

Linux: 10 temi per festeggiare il Natale

Forse il tir della Coca-Cola non passerà sotto casa vostra, ma possiamo dirvelo con certezza: Natale sta arrivando, e per festeggiarlo nel migliore dei modi occorre “addobbare” a dovere anche il proprio sistema, qualunque esso sia.

Eccovi quindi servito un “sacco” di temi per Linux, il sistemone open source più amato dai geek di tutto il mondo. Da stili pensati per i desktop Gnome a quelli per KDE, passando per schermate di login festive e temi per Emerald, c’è davvero tutto il necessario per vestire il vostro “pinguino” da Santa Clause.

Beryl Emerald

Linux: 8 desktop manager alternativi a Gnome e KDE

Chi conosce bene il mondo del software libero, sa che uno dei suoi maggiori pregi è quello di essere estremamente flessibile ed adattabile alle esigenze di ciascun utente. Ad esempio, sapevate che c’è un vastissimo mondo che va aldilà dei celeberrimi desktop manager Gnome e KDE?

Probabilmente sì, ma per passare dalla “vaga” teoria alla pratica, adesso vedremo insieme 8 desktop manager alternativi per Linux. Insomma, vivere senza Gnome o KDE è possibile, e talvolta è anche molto meglio di quanto ci si possa immaginare.

XFCE: leggerissimo desktop environment basato sul toolkit GTK2+ (lo stesso di Gnome, tanto per intenderci), conosciuto maggiormente per la sua presenza in Xubuntu. E’ ampiamente personalizzabile, anche più di Gnome e KDE, grazie alla possibilità di modificarne ogni parte in maniera indipendente dall’altra.

Come disinstallare Kubuntu mantenendo Ubuntu

Come abbiamo visto insieme qualche tempo fa, passare quando si desidera da Ubuntu a Kubuntu è possibile, ed anche facilmente, ma dopo qualche periodo di sperimentazione (in fondo è questo il bello del mondo Linux) si può decidere di abbandonare una volta per tutte l’ambiente grafico KDE, in favore del più “classicoGnome.

Certo, si potrebbe semplicemente non accedere più alla sessione relativa al desktop environment basato sulle librerie Qt di Trolltech, ma perché tenere occupati oltre 200 MB di hard disk per niente? Eccoci quindi pronti a vedere come disinstallare Kubuntu mantenendo Ubuntu (i primi 5 passi della guida vanno seguiti solo se si sta utilizzando il KDM):

Guida: da Ubuntu a Kubuntu (e viceversa) in una manciata di secondi

KDE o Gnome? Ubuntu o Kubuntu? Questo il dilemma che affligge le menti di molti geek, da una parte attratti dalle bellezze estetiche dell’ambiente desktop basato sulle librerie Qt di Trolltech, e dall’altro catturati dal fascino, un po’ “old style”, del Desktop environment creato inizialmente da Miguel de Icaza e Federico Mena.

Proprio per questo, oggi vogliamo proporvi una breve guida che ci permetterà di passare da Ubuntu a Kubuntu (e viceversa) in una manciata di secondi. Con queste procedure, entrambi gli ambienti saranno accessibili sempre e comunque, con qualche accorgimento che va però preso quando si desidera tornare su Gnome. Iniziamo subito:

Da Ubuntu a Kubuntu

  1. Aprire il terminale;
  2. Digitare sudo gedit /etc/apt/sources.list e premere il tasto Invio;
  3. Aggiungere deb http://ppa.launchpad.net/kubuntu-members-kde4/ubuntu hardy main alla fine del file, salvarlo e chiuderlo;
  4. Digitare sudo aptitude update e premere il tasto Invio;
  5. Digitare sudo aptitude install kubuntu-kde4-desktop e premere il tasto Invio;
  6. Seguire la procedura guidata ed attendere che l’installazione di KDE 4.1 venga portata a termine;
  7. Disconnettersi dalla sessione di lavoro e scegliere KDE dal menu sessioni.

Un desktop pulito e leggero con XFCE

Continuiamo il nostro viaggio nel mondo degli ambienti desktop alternativi per Linux, prendendo in analisi uno dei più celebri e sicuramente più completi dell’intero panorama Open Source: XFCE. Nato anch’esso con lo scopo di fornire una soluzione leggera e funzionale per chi non dispone di risorse hardware particolarmente performanti, è diventato nel tempo una delle principali alternative a KDE o GNOME, grazie all’interfaccia grafica molto pulita e chiara e ad una serie di applicazioni con cui viene distribuito.

Basato sulle stesse librerie di GNOME, ovvero le GTK+, è in grado di sfruttarne gli stessi temi grafici, e riuscendo ad essere notevolmente più leggero del suo collega. XFCE è un ambiente desktop modulare, ed è composto da diverse applicazioni: il window manager principale è xfwm4, mentre il gestore del desktop è xfdesktop.

Il meglio della settimana dal mondo Linux #2

Secondo appuntamento per la rubrica settimanale su quanto di meglio è accaduto negli ultimi 7 giorni nel panorama Linux e Open Source. Diverse sono le release da evidenziare, e, come sempre, alcuni interessanti tutorial possono aiutare i meno esperti ad ambientarsi nel mondo del pinguino. Iniziamo subito a vedere insieme tutto ciò.

  • New Firefox JavaScript engine is faster than Chrome’s V8: un articolo molto interessante da parte di Ars Technica sul confronto tra i motori javascript di Firefox e del nuovo arrivato Google Chrome;
  • Wine release 1.1.4: rilasciata la versione 1.1.4 della celebre applicazione in grado di riprodurre le API di Windows in ambienti operativi Unix;
  • Recover Linux with Stellar Phoenix Linux Data Recovery: impariamo a recuperare i dati da partizioni Linux con Stellar Phoenix Data Recovery;

Linux Mint, il pinguino con eleganza e semplicità

Oltre ad essere la distribuzione più diffusa, col tempo Ubuntu è diventata anche la base di numerose altre distro Linux. Di queste, sono relativamente poche quelle che riescono a raggiungere un successo quanto meno discreto tra gli utenti, e una di queste è certamente Linux Mint: elegante e mirata ad essere user-friendly, è riuscita a riscuotere in breve tempo notevoli consensi nella comunità Open Source, anche se in diversi casi è stata criticata per la presenza al suo interno di codec multimediali non propriamente affini allo spirito che anima il mondo Linux.

Basata sull’ambiente desktop GNOME, ma disponibile anche nella versione KDE, si contraddistingue per il suo stile sobrio e pulito, e per l’avere un menù differente rispetto ad altre distribuzioni che utilizzano lo stesso desktop, e che prende il nome di MintMenu. L’ultima release disponibilie è la versione 5.0, dal nome in codice Elyssa, rilasciata agli inizi dello scorso mese di Giugno dopo 7 mesi di sviluppo.

Velocizza il tuo desktop Linux con LXDE

Come già ribadito nel mio precedente articolo sugli ambienti desktop alternativi, una delle principali carenze dei più comuni desktop è la loro necessità di avere a disposizione quantità di risorse a volte anche enormi per poter ottenere prestazioni performanti. Questa situazione è stata compresa molto bene dagli sviluppatori di LXDE, un ambiente desktop che si propone l’obiettivo di essere veloce e leggero.

Realizzato per essere semplice da utilizzare e privo di tutto ciò che non è indispensabile ad un utilizzo completo del desktop, e rilasciato con licenza GNU GPL, presenta già nel nome la sua vera essenza: l’acronimo LXDE, infatti, sta per Lightweight X11 Desktop Environment, ovvero un ambiente desktop leggero per il server grafico X11.

AfterStep, un ambiente desktop alternativo molto leggero

Senza ombra di dubbio, a farla da padroni nel settore degli ambienti desktop per sistemi operativi GNU/Linux sono GNOME e KDE. Ricchi di feature e strumenti di ogni genere, godono di una vastissima comunità che quotidianamente si impegna a migliorare tali ambienti desktop. Molto spesso, però, sono stati oggetto di critiche per un aspetto comune: la difficoltà di far girare tali ambienti su macchine non particolarmente performanti.

Sia GNOME che KDE, infatti, richiedono spesso risorse in quantità sempre maggiori, e per questo motivo sono diversi gli sviluppatori che hanno deciso di rimboccarsi le maniche e realizzare soluzioni alternative meno pesanti ma che allo stesso tempo possano rendere l’utilizzo del desktop semplice e confortevole. AfterStep è una di queste, e riesce in maniera ottimale a conciliare tali esigenze.